Covid, meno ricoveri e terapie intensive, ma 7 regioni restano in stato di allerta – Il monitoraggio Iss
Nell’ultima settimana, in Italia, sono calati sia il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri ordinari che quello delle terapie intensive. Questo quanto emerge dal nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sull’emergenza Coronavirus. Rispetto alla scorsa settimana, nelle terapie intensive i pazienti sono lo 0,2% in meno, passando dal 2,4% del 20 ottobre al 2,2% del 27. Stessa differenza per i reparti ordinari, che, nello stesso periodo, passano dall’11% al 10,8%. Scende anche l’incidenza settimanale sui casi nazionali. Questi sono passati da 448 ogni 100 mila a 374 ogni 100 mila abitanti nel periodo di riferimento. Cala anche l’indice Rt, pur rimanendo relativamente alto. Il parametro si attesta a 1,11 per i casi sintomatici mentre rimane sotto la soglia dell’unità per i casi con ricovero ospedaliero: 0,94.
I tassi di ricovero regione per regione
Cala anche il numero di regioni in stato di allerta, ovvero quelle che hanno una soglia di ricoveri oltre il 15%. Sono 7 nella settimana di riferimento rispetto alla scorsa quando erano 8. Attualmente si trovano sopra la soglia il Friuli Venezia Giulia, (15,9%), la Liguria (15,3%), le Marche (15,1%), la Provincia Autonoma di Bolzano (17,8%) e quella di Trento (15,9%), alle quali si aggiungono la Valle d’Aosta sopra al 20% (23,9%) e l’Umbria sopra il 30% (34,7%). Le regioni con il livello di occupazione più alto delle terapie intensive sono l’Umbria (4,7%), seguita da Abruzzo (3,9%), Liguria (3,5%), Emilia-Romagna e Sardegna (3,4%), Provincia Autonoma di Trento (3,3%) e Marche (3%). Per tutte le altre regioni il tasso è inferiore al 3%.