Università La Sapienza, l’occupazione è sciolta. Gli studenti: «Non finisce qui: corteo il 4 novembre» – Foto e video
L’occupazione alla facoltà di scienze politiche dell’università di Roma La Sapienza è sciolta. È quanto riferiscono a Open gli studenti e le studentesse che spiegano come in queste ore ci sia stata un’assemblea tra tutti i presenti che hanno deciso di terminare l’occupazione, ma di rilanciare la mobilitazione all’interno dell’ateneo con un corteo venerdì 4 novembre. La facoltà è stata bloccata ieri, 28 ottobre, in risposta agli scontri che ci sono stati il 25, quando la polizia è intervenuta per fermare le manifestazioni di dissenso degli studenti alla conferenza sul «capitalismo buono» con Daniele Capezzone, ex portavoce di Forza Italia, eFabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale. Gli studenti fin da subito avevano chiesto un confronto immediato con la Rettrice, Antonella Polimeni, che si era detta disponibile a incontrare due studenti ma non a scendere tra le strade della città universitaria durante il corteo.
Gli studenti chiedono le dimissioni della Rettrice
«L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma mai scontrarsi fisicamente», ha replicato pubblicamente la Rettrice nei giorni scorsi spiegando che la Sapienza «condanna fermamente ogni forma di violenza» e che l’intervento delle Forze dell’Ordine era stato deciso dal Dirigente del servizio predisposto della Questura di Roma perché lo riteneva necessario per garantire l’ordine pubblico. Ma gli studenti hanno risposto chiedendo le dimissioni di Polimeni. Richiesta che è stata ribadita nel corso dell’occupazione e anche al termine di quest’ultima. «Non ha avuto la volontà di difendere noi studenti e di darci spazio, ma ha invece preferito dare spazio dentro questa università a Fratelli d’Italia, ad Azione Universitaria e ai fascisti», ha detto un manifestante. «Abbiamo occupato – spiega un altro occupante – affinché non si ripeta più un episodio come questo, pretendiamo che mai più venga permesso l’ingresso della celere e tutte le forze dell’ordine in ateneo».
Capezzone: «No a militanti della censura». Gli studenti: «Siamo noi l’università»
A esprimersi su quanto accaduto c’è anche Daniele Capezzone, la cui presenza al convegno era stata contestata. Si è detto a disposizione dei gruppi universitari e studenteschi per confrontarsi «indipendentemente dall’orientamento culturale». Ma aggiunto: «Non abbiamo bisogno di nuovi piccoli militanti della censura e dell’intimidazione. Per tutti sarà invece più bello, più creativo, più costruttivo scoprire che ci sono molte cose buone che si possono fare insieme con gli avversari». Gli studenti e le studentesse fanno sapere che l’università è la loro. «Dobbiamo sentirci sicuri di studiare, discutere e manifestare. L’università che pretendiamo è un luogo costruito da tutte le soggettività che la vivono, non solo quelle che godono di una condizione di privilegio». E aggiungono: «Vogliamo ricostruire il nostro futuro, e per farlo partiremo dall’università provando a ribaltare il nostro ruolo da quello di utenti a protagonisti. Non vogliamo soltanto attraversare l’università vogliamo essere noi l’università».
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