Ergastolo ostativo e via l’obbligo vaccinale e le multe: il Cdm del governo Meloni e il primo decreto in arrivo
Un decreto legge che potrebbe essere in contrasto con le indicazioni della Corte costituzionale per mantenere in vigore il cosiddetto “ergastolo ostativo“. Un rinvio a fine anno per l’entrata in vigore di alcune disposizioni della Riforma Cartabia. E l’anticipo al primo novembre 2022 della scadenza dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria, con conseguente abrogazione delle sanzioni per chi non osserva l’obbligo. Queste le indiscrezioni fatte circolare da palazzo Chigi circa l’agenda del prossimo consiglio dei ministri, in programma lunedì 31 ottobre. Un decreto è urgente perché l’udienza della Consulta è fissata per l’8 novembre. Il testo ricalca il disegno di legge n. 2574, approvato solo alla Camera durante la scorsa legislatura. E punta a evitare le scarcerazioni facili dei mafiosi.
Cosa succede
La nuova legge permetterà l’accesso ai benefici penitenziari solo al condannato che abbia dimostrato una condotta risarcitoria e la cessazione dei suoi legami con la criminalità organizzata. «Una corsa contro il tempo – è il ragionamento del governo secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa – per garantire sicurezza sociale e impedire che ai detenuti mafiosi possano aprirsi le porte del carcere pur in costanza del vincolo associativo». Quindi questo dovrebbe essere lo schema dell’ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri:
- una norma per il mantenimento dell’ergastolo ostativo, che stabilisce che i condannati per reati gravi non possono accedere ai benefici penitenziari e alle misure alternative di detenzione;
- il rinvio di alcune disposizioni della riforma della Giustizia sul processo penale, rispettando le scadenze del Pnrr;
- l’anticipo della scadenza dell’obbligo vaccinale per i sanitari al primo novembre;
- l’abrogazione delle multe e delle sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo.
«L’obiettivo – è il ragionamento del governo secondo quanto riporta l’Ansa – è dare seguito all’indicazione tracciata dal Presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche rese in Parlamento e segnare così un primo atto di discontinuità, rispetto ai precedenti Esecutivi, nella gestione della pandemia da Covid-19».
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