Ginnastica ritmica, l’inchiesta dei pm dopo i racconti di Nina Corradini e Anna Basta sulle violenze psicologiche
La procura di Brescia apre un’inchiesta sulle violenze psicologiche che le ex Farfalle della nazionale di ginnastica ritmica avrebbero subito in questi anni. Indagine che arriva a seguito della denuncia pubblica delle ginnaste Nina Corradini e Anna Basta. Le quali hanno svelato gli insulti e le pressioni mentali che avrebbero subito dalle allenatrici della Federginnastica quando erano all’Accademia di Desio. Racconto che ha scosso il mondo dello sport, soprattutto quello della ginnastica ritmica, ma che ancora non ha dei nomi precisi contro cui puntare. Sembrerebbe però che le due atlete facciano riferimento alla stessa figura. «Soltanto una, dopo averci pesato ogni giorno in mutande davanti a tutte, ci umiliava e gridava se avevamo un etto in più rispetto al suo standard», hanno raccontato le due.
Le altre testimonianze
Nel 2021 Corradini ha lasciato la squadra: «Me lo ricordo il giorno in cui ho trovato la forza di andare via, era il 14 giugno. Avevo passato ogni minuto degli ultimi mesi precedenti a desiderare di scappare da lì. Ora voglio informare e proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà», ha dichiarato l’atleta. Attualmente, la Federginnastica attende l’esito delle indagini della procura federale e del Safeguarding Officer per poi prendere eventualmente provvedimenti. Nel frattempo, come riferisce Repubblica, tifosi e tifose iniziano a chiedersi se altre atlete che hanno lasciato la ginnastica siano state vittime di violenze psicologiche. Come le promettenti Alice Taglietti ed Emma Bressanellli, tesserate con l’Auxilium e allenate alla Nemesi, in Lombardia dalla stessa istruttrice. Anche loro hanno deciso di lasciare questo sport. Ma non solo nell’agonismo professionistico, le testimonianze di Corradini e Basta hanno dato il via a una serie di altri racconti. Sui social sono in tantissime che stanno riportando esperienze simili. Come Elena C., che scrive: «Ho iniziato ginnastica a 3 anni e ho continuato con la ritmica fino ai 18. Queste cose accadono anche su ginnaste che non arrivano in azzurro. A me dicevano che non sarei arrivata a fare gare di alto livello non perché non avessi il talento, ma perché non ero abbastanza magra. Insomma, il mio valore come persona e le mie abilità erano legate a quanto pesassi. Finalmente sta uscendo il marcio».
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