La Corte suprema dà ragione a Trump: no alle sue dichiarazioni dei redditi per l’inchiesta al Congresso
Le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump, per il momento, non verranno consegnate al Congresso americano. La decisione è stata presa dal presidente della Corte Suprema John Roberts, che ha bloccato la richiesta della commissione Ways and Means della Camera alla Irs, l’agenzia delle entrate statunitense – come spiega Cnbc. La decisione di Roberts è solo temporanea, e arriva 24 ore dopo il ricorso urgente con il quale l’ex presidente Usa ha chiesto alla Corte suprema più tempo per la consegna dei documenti. Il braccio di ferro tra Trump e i giudici va avanti da tre anni, e sotto l’occhio della magistratura ci sono otto anni di dichiarazioni fiscali personali e aziendali, legati alla Trump Organization. L’ipotesi è che il tycoon abbia utilizzato i fondi della campagna elettorale per pagare il silenzio di due donne sulla loro presunta relazione con Trump. La Commissione della Camera che si sta occupando della vicenda aveva ottenuto dall’Irs l’approvazione all’invio dei documenti, i giudici federali si sono già espressi in maniera favorevole in due occasioni e anche la Corte suprema, nel luglio 2020, aveva dato il suo avallo. Ma i legali di Trump hanno ora ottenuto un pronunciamento favorevole che consente di prendere tempo e rimandare la decisione finale. Ora i giudici a vita avranno il tempo di considerare il ricorso presentato ieri dall’ex presidente e verosimilmente non verrà presa una decisione prima delle elezioni di metà mandato dell’8 novembre prossimo.
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