Ucraina, il Cremlino: «Armi nucleari solo in risposta a un’aggressione». La Casa Bianca: «Sempre più preoccupati ma nessun segnale concreto»
Gli Stati Uniti sono «sempre più preoccupati» dal possibile uso di armi nucleari da parte del Cremlino. Al momento, però, non ci sarebbe «nessun segnale che la Russia si stia preparando a usare armi nucleari contro l’Ucraina». A dirlo è il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, dopo la pubblicazione di un articolo in cui il New York Times rivela che alcuni capi militari russi avrebbero discusso l’uso di armi nucleari tattiche in Ucraina. A stretto giro è arrivata anche la risposta del Cremlino, che ha ribadito la sua posizione. La Russia, fa sapere il ministero degli Esteri russo con una nota, «ipoteticamente consente una reazione utilizzando armi nucleari esclusivamente in risposta all’aggressione con l’utilizzo di armi di distruzione di massa o ad un’aggressione con armi convenzionali quando l’esistenza stessa dello Stato è minacciata». Mosca ha poi confermato la propria adesione al «principio di inammissibilità» di una guerra nucleare e ha chiesto che la deterrenza nucleare diventi una priorità. «Chiediamo agli altri Stati dotati di armi nucleari di abbandonare i pericolosi tentativi di violare gli interessi vitali reciproci mentre restano in equilibrio sull’orlo di un conflitto armato e incoraggiano provocazioni con armi di distruzione di massa che possono portare a conseguenze catastrofiche», ha aggiunto il ministero degli Esteri russo. Secondo il Cremlino, in una guerra nucleare «non ci possono essere vincitori» e per questo «non dovrebbe mai iniziare»
La preoccupazione degli Stati Uniti
Kirby ha sottolineato come, al momento, non ci sia nessun segnale che la Russia stia per ricorrere ad armi nucleari. «Siamo stati chiari fin dall’inizio – ha detto oggi il funzionario della Casa Bianca – Le parole della Russia sul potenziale uso delle armi nucleari sono profondamente preoccupanti e le prendiamo sul serio. Continuiamo a monitorare ma non vediamo indicazioni che la Russia si stia preparando per tale uso». Le precisazioni del governo americano arrivano a poche ore dalla pubblicazione di un articolo del New York Times, secondo cui alcuni capi militari russi avrebbero discusso l’uso di armi nucleari tattiche in Ucraina. Secondo il quotidiano americano, le conversazioni tra i generali russi hanno allarmato la Casa Bianca, perché dimostrerebbero la frustrazione del Cremlino per gli insuccessi sul campo di battaglia in Ucraina.
Lo spettro di un attacco nucleare viene agitato più o meno regolarmente da alcuni esponenti del governo russo. Ieri, per esempio, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha detto che la Russia è pronta a ricorrere alle armi nucleari se Kiev non rinuncerà una volta per tutte al controllo di Donbass e Crimea. Se il livello di guardia resta alto, però, è altrettanto vero che nessun governo occidentale ha mai presentato prove di un possibile rischio di escalation nucleare in Ucraina. Anche in questo caso, infatti, la Casa Bianca ha smentito le ricostruzioni del New York Times, specificando come al momento non ci siano prove che la Russia si stia preparando a usare armi nucleari. Kirby è poi intervenuto sulla questione delle armi al Cremlino. Secondo il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, la Corea del Nord starebbe fornendo «una quantità significativa di proiettili d’artiglieria, fingendo di spedire le armi in Paesi del Medio Oriente o del Nord Africa». Tutto questo nonostante Pyongyang abbia «negato pubblicamente l’intenzione di fornire munizioni alla Russia». Kirby ha poi commentato il lancio di missili ordinato questa mattina dal governo della Corea del Nord. Un comportamento che il funzionario della Casa Bianca ha definito «sconsiderato».
La rivelazione del Nyt e i dissapori con la Casa Bianca
Nell’articolo pubblicato oggi, il New York Times sostiene che una serie di alti dirigenti militari russi avrebbero avuto colloqui per discutere quando e come usare un’arma nucleare tattica in Ucraina. Il presidente Vladimir Putin, sempre secondo le ricostruzioni del quotidiano, non avrebbe partecipato alle conversazioni. Il governo americano, però, sarebbe a conoscenza di questa situazione già da metà ottobre. Non è la prima volta che la Casa Bianca si ritrova a smentire un’indiscrezione pubblicata dal NY Times. Già in altre occasioni, infatti, il quotidiano ha pubblicato informazioni sulla guerra in Ucraina che rischiavano di mettere in imbarazzo l’amministrazione americana. A ottobre, per esempio, il giornale ha rivelato come – secondo l’intelligence Usa – sarebbe il governo ucraino il responsabile dell’omicidio di Darya Dugina, la figlia 30enne del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin uccisa lo scorso agosto. A settembre, poi, il NY Times ha rivelato il retroscena di un colloquio telefonico tra Joe Biden e Volodymyr Zelensky, in cui il presidente americano si sarebbe opposto a inviare armi più potenti a Kiev.
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