Attenzione ai falsi elenchi sull’incremento dei malori improvvisi. L’Istat non li ha mai pubblicati
Continua a circolare su Twitter e Facebook un elenco di presunti malori improvvisi ed eventi avversi correlati ai vaccini contro il nuovo Coronavirus. Si tratta di un falso. Tali dati vengono attribuiti all’Istat, che non li riporta da nessuna parte. Per tanto l’unica fonte sono i tweet e i gruppi Telegram in cui tale narrazione è circolata fin dagli inizi di ottobre.
Per chi ha fretta:
- Circola, via testo o via immagine, un elenco con dei presunti incrementi di malori improvvisi a seguito delle vaccinazioni anti Covid-19.
- L’Istat non ha mai pubblicato un elenco di incrementi dei malori improvvisi e altre patologie tra il 2020 e il 2022.
Analisi
Circolano varie versioni che differiscono di poco, dove sono elencati i malori improvvisi e i loro presunti incrementi:
Dati ufficiali Istat apocalittici per aumento incidenza di cancro, malattie cardiocircolatorie, autoimmuni, malori improvvisi e mortalità per qualsiasi causa, nel 2021 e 2022 dopo l’inizio della cosiddetta campagna vaccinale
Malori improvvisi
Nel 2020 155.000
Nel 2021 222.000
Nel 2022 548.000
Nel 2022
Aborti spontanei + 279%
Infarti del miocardio + 269%
Embolia polmonare + 458%
Disfunzioni ovariche +437%
Sclerosi multiple +680%
Tumori al seno + 487%
Praticamente un suicidio di massa.
A voi l’ardua sentenza.
Buona giornata pensatori liberi.
La smentita dell’Istat
Se gli incrementi in elenco tra il 2020 e il 2022 fossero veri, avremmo dei riscontri nei dati riguardanti le cause di morte, ma nel portale Istat non è possibile risalire a dati sospetti. Proprio non esistono, come già mostrato dai colleghi di Facta. Siamo di fronte a un contenuto di pura invenzione, con l’aggravante di attribuire all’Istituto la fonte. Quel «suicidio di massa» a cui si fa riferimento non c’è mai stato. Del resto l’Istat aveva smentito di essere la fonte dei dati in oggetto lo scorso 8 ottobre con dei tweet di risposta agli utenti che stavano cominciando a diffondere la Fake news.
Conclusioni
Usare la formula «fonte: Istat» non trasforma una condivisione nei social in un documento ufficiale. Chi diffonde contenuti del genere dovrebbe fornire piuttosto un link alla fonte diretta. Comunque la pensiate non fatevi prendere in giro.
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