Ucciso da una freccia, il pm contesta l’aggravante razziale: «Insulti prima di ucciderlo»
Ci sono anche le aggravanti dell’odio razziale e dei futili motivi nell’inchiesta aperta dalla procura di Genova a carico di Evaristo Scalco, l’artigiano di 63 anni che due giorni fa ha ucciso con arco e freccia nel centro storico di Genova Javier Alfredo Romero Miranda, operaio peruviano di 41 anni. A Scalco la procura contesta il reato di omicidio volontario, aggravato dal fatto che – prima di scoccare il dardo – l’artigiano ha urlato ai due uomini sotto casa la frase «Andate via, immigrati di m**da». La convalida dell’arresto è prevista per domattina, mentre nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia della vittima. Secondo le prime ricostruzioni, Romero Miranda era andato a festeggiare la nascita del suo secondo figlio e a guardare una partita insieme a un amico, anche lui di origine sudamericana. I due avrebbero iniziato a parlare ad alta voce per strada, fino a quando Scalco – dalla finestra della sua abitazione – li avrebbe rimproverati. A quel punto, i due lo avrebbero insultato e minacciato, Scalco avrebbe imbracciato arco e freccia e scoccato il colpo verso Romero Miranda. Il 63enne è anche sceso in strada per cercare di togliere la freccia dal corpo del ferito, ma questa si sarebbe spezzata. La vittima era stata portata in codice rosso la notte tra l’1 e il 2 novembre all’ospedale San Martino, dove è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico e, dopo qualche ora, è morto. A casa di Scalco, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno sequestrato tre archi e trenta frecce, tutte realizzate a mano. L’uomo, infatti, è un artigiano maestro d’ascia originario della provincia di Varese.
Foto di copertina: ANSA / LUCA ZENNARO | I Carabinieri del nucleo radiomobile di Genova davanti alla casa di Evaristo Scalco, artigiano di 63 anni accusato di aver ucciso il 41enne peruviano Javier Alfredo Miranda Romero