Giusy Pace, l’infermiera No Green Pass che si vestiva da deportata torna al lavoro: «Ma dovevano chiederci scusa»
Si chiama Giusy Pace e forse vi ricorderete di lei perché era l’infermiera ideatrice del corteo in cui i No vax si erano travestiti come deportati dei campi di concentramento. Allontanata dal posto di lavoro perché non vaccinata, Pace aveva visto anche l’apertura di un fascicolo sulla sua posizione da parte della procura. Adesso è stata reintegrata nel suo incarico all’ospedale Maggiore di Novara. La Stampa fa sapere che intanto ha chiesto e ottenuto un periodo di ferie. Ma nel frattempo non si è per nulla pentita: «Questo periodo entrerà nella storia, mi sento come Galileo Galilei», dice. E ce l’ha anche con il governo che l’ha reintegrata: «Hanno usato la motivazione del calo della curva epidemiologica mentre avrebbero dovuto chiederci scusa per averci escluso dal lavoro e dalla società. Noi No green pass siamo stati discriminati con i divieti sulle vetrine dei negozi come con le leggi razziali. In questo anno senza lavoro né stipendio ho fondato un’associazione e aiutato gli altri, ma ho quasi esaurito i risparmi».
Leggi anche:
- No Green pass, sospesa l’infermiera ideatrice del corteo di Novara: «Pessimo esempio per l’ospedale e per la città»
- Novara, la procura apre un fascicolo sui No Green pass vestiti come deportati: al momento non ci sono indagati
- No Green pass come deportati, torna in piazza l’infermiera ideatrice del corteo: «Ho servito il Paese, ora sono un mostro»