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L’asse Italia-Usa, la condanna a Putin e la solidarietà alle donne iraniane: cosa ha deciso il G7

04 Novembre 2022 - 17:54 Redazione
Primo vertice internazionale per il nuovo ministro degli Esteri Antonio Tajani: «L'Italia è dalla parte dell'Europa, della Nato e dell'Occidente»

Il G7 «chiede ancora una volta alla Russia di fermare immediatamente la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e di ritirare tutte le sue forze e l’equipaggiamento militare». Questa l’ennesima condanna comunicata oggi al termine della riunione dei ministri degli Esteri a Münster, in Germania. I «sette grandi» hanno trovato un accordo anche per la creazione di un «meccanismo di coordinamento» che possa aiutare l’Ucraina «a riparare, ripristinare e difendere le sue infrastrutture critiche per l’energia e l’acqua». Attenzione, dunque, al conflitto tra Russia e Ucraina, comprese le parole del Cremlino sul possibile ricorso ad armi nucleari tattiche. «Qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze – si legge nel comunicato finale del G7 – Respingiamo anche le false affermazioni della Russia secondo cui l’Ucraina starebbe preparando una bomba sporca. Le ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno confermato che queste accuse sono infondate e lodiamo l’Ucraina per la sua trasparenza». Confermata anche l’intenzione di continuare a imporre sanzioni economiche alla Russia, così come «ad altri Paesi, individui o entità che forniscono supporto militare alla guerra di aggressione di Mosca».

L’asse Italia-Usa

Il vertice di Münster è stato anche il primo viaggio internazionale del nuovo ministro degli Esteri Antonio Tajani, che a margine dell’incontro ha incontrato in un bilaterale il suo omologo statunitense Antony Blinken. «Abbiamo rinforzato l’alleanza Italia-Usa e trovato punti di comune accordo anche su alcuni temi di politica industriale, come terre rare e materie prime, indispensabili per la produzione di alta qualità», ha commentato Tajani. Tra Italia e Usa «c’è un forte partenariato e un’alleanza di cui siamo grati – gli ha fatto eco il segretario di Stato americano – Parliamo con una voce sola su tante questioni cruciali».

La linea Atlantista dell’Italia

Nel corso della riunione dei sette ministri degli Esteri, il vicepresidente di Forza Italia è intervenuto anche sulla questione dell’energia. Secondo Tajani, è fondamentale impostare una «strategia comune», affinché «non ci sia un costo troppo alto del gas che noi acquisteremo da altri Paesi, compresi gli Stati Uniti». Per quanto riguarda il cambio di governo in Italia – e le preoccupazioni di alcuni Paesi partner sulle posizioni di Silvio Berlusconi – il ministro degli Esteri ha assicurato che da parte sua e del nuovo esecutivo non ci sarà nessuna ambiguità in politica estera. «Nessuno ha fatto cenno a possibili o ipotetiche posizioni di distinguo nell’ambito della maggioranza del governo italiano – ha assicurato Tajani – Tutti quanti hanno fiducia nel governo, hanno dimostrato grande attenzione alle nostre posizioni, che ho ribadito in modo molto chiaro: noi siamo dalla parte dell’Europa, della Nato, dell’Occidente, delle relazioni transatlantiche, e siamo per difendere l’indipendenza dell’Ucraina, puntando però a raggiungere la pace».

La frecciatina di Tajani a Scholz e la questione Cina-Taiwan

Durante il bilaterale, Tajani ha ribadito l’impegno dell’Italia «nella Nato, nell’Ue e con gli Stati Uniti» e ha lanciato una frecciatina al governo tedesco. Con Blinken, ha precisato il ministro degli Esteri, c’è «convergenza anche sulla Cina, considerata un interlocutore ma anche un competitor». Il messaggio (indiretto) è rivolto al cancelliere Olaf Scholz, che questa mattina ha incontrato il leader cinese Xi Jinping a Pechino. Nelle ultime settimane, l’esecutivo di Berlino è stato criticato per aver deciso di vendere una quota del porto di Amburgo – considerato un’infrastruttura strategica – al gigante della logistica cinese Cosco. «Vogliamo difendere le nostre reti – ha commentato oggi Tajani – Non possiamo vendere i nostri porti e le nostre infrastrutture ad altri, perché ne va anche della sicurezza nazionale».

Per quanto riguarda la Cina, i Paesi del G7 dicono di voler instaurare una «cooperazione costruttiva», soprattutto su «sfide globali come pace e sicurezza, salute globale, crisi climatica e conservazione delle risorse naturali». In merito alle tensioni sull’isola di Taiwan, il G7 ha ricordato a Pechino «la necessità di sostenere i principi della Carta delle Nazioni Unite sulla risoluzione pacifica delle controversie e di astenersi da minacce, coercizione, intimidazione o uso della forza. Ci opponiamo fermamente a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione». Prosegue anche la linea dura del G7 contro il governo cinese sulle presunte violazioni e abusi di diritti umani. In particolare, si legge nel documento finale, «nello Xinjiang e in Tibet».

Il sostegno al popolo iraniano

La guerra in Ucraina e la crisi energetica, però, non sono stati gli unici temi sul tavolo del G7. I sette ministri degli Esteri hanno voluto ribadire anche il proprio sostegno «all’aspirazione fondamentale del popolo iraniano per un futuro in cui la sicurezza umana e i suoi diritti umani universali siano rispettati e protetti». Il comunicato di fine vertice, inoltre, condanna «l’uso brutale e sproporzionato della forza contro manifestanti pacifici e bambini», così come delle «continue attività destabilizzanti dell’Iran in Medio Oriente». Anche in questo caso, poi, come per la Russia, preoccupa la questione atomica. Il G7, si legge nel documento, «ribadisce la chiara determinazione che l’Iran non debba mai sviluppare un’arma nucleare» e giudica insufficiente la «cooperazione con l’Aiea in merito al suo accordo di salvaguardia del Trattato di non proliferazione. Rimaniamo profondamente preoccupati per l’espansione senza sosta del programma nucleare iraniano, che non ha alcuna giustificazione civile credibile».

Foto di copertina: EPA / ANDREAS RENTZ | La seconda riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi G7 a Münster, in Germania (4 novembre 2022)

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