Caro-energia, sconto benzina fino a gennaio. Giorgetti sulla Nadef: «Quadro peggiorato: pronti a nuovi interventi per bollette»
Tra le misure contro il caro energia del governo Meloni anche la proroga dello sconto benzina. All’interno del decreto Aiuti quater, che sarà discusso il prossimo 10 ottobre dal Consiglio dei ministri, sarà presente la modifica sulla scadenza dello sconto di 30 centesimi su un litro di benzina e diesel: la misura sarà valida non più quindi fino al 18 novembre ma resterà in vigore fino alla fine dell’anno, per circa 1 miliardo di aiuti. L’indicazione è contenuta nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef) pubblicata sul sito del Mef, dove compare anche la proroga ai crediti d’imposta per l’acquisto di gas ed elettricità concessi alle imprese e alle attività come i ristoranti e i bar. In questo caso si tratterebbe di 4,5 miliardi di sostegni. L’Aiuti quater conterrà anche coperture fino a 4 miliardi per gli acquisti di gas effettuati dal Gestore dei servizi energetici, rimuovendo così la norma secondo cui il gas acquistato dal Gse debba essere rivenduto entro il 2022. Come spiega la Nadef, nel timore che il recente ribasso del prezzo del gas sia temporaneo, il governo Meloni ha deciso di consentire «di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica anziché cristallizzare immediatamente le relative perdite». E aggiunge: «I proventi attesi in base ai prezzi a termine del gas saranno percepiti e contabilizzati nel 2023». A finanziare il decreto contro il caro bollette sarà l’extragettito da 9,1 miliardi annunciato da Giorgia Meloni e che dovrà essere sbloccato dal via libera del Parlamento.
«Quadro peggiorato»
Nel Documento di economia e finanza sono inserite anche le stime sull’andamento dell’economia per l’anno 2023: le previsioni registrano un Pil pari con il + 0,6%, un deficit del 4,5% e a un debito del 144,6%. «La Legge di bilancio non perderà di vista la sostenibilità della finanza pubblica, come conferma la discesa del rapporto debito/Pil da circa il 150 per cento del 2021 a poco più del 141 per cento nel 2025», ha sottolineato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, facendo riferimento alla tabella sul calo del debito presente nel documento della Nadef. Dal 150,3% del Pil del 2021 il valore scende al 145,7 nel 2022, al 144,6 nel 2023 per poi arrivare, nei due anni successivi, al 142,3 e al 141,2. Il quadro tuttavia non incoraggia: «Le aspettative di imprese e famiglie, e le stime dei previsori sull’andamento dell’economia sono notevolmente peggiorate e il rischio di una flessione del ciclo è accresciuto dai corposi rialzi dei tassi delle banche centrali, che impattano sui bilanci delle famiglie e delle imprese», ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «Sulla base di tali premesse è risultato inevitabile aggiornare non solo il quadro macroeconomico programmatico e di finanza pubblica per il 2022-2025, ma anche la previsione tendenziale su cui esso si basa», ha continuato, sottolineando dunque un netto peggioramento del quadro economico generale per i prossimi mesi. «La Legge di bilancio non perderà di vista la sostenibilità della finanza pubblica, come conferma la discesa del rapporto debito/Pil da circa il 150 per cento del 2021 a poco più del 141 per cento nel 2025», conti
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