Twitter richiama dozzine di licenziati: «Mandati via per errore». Ora le ombre su Meta: «Si prepara a cacciare migliaia di dipendenti»
Dopo aver licenziato circa metà dell’azienda, Twitter sta ora ricontattando dozzine di dipendenti mandati via, chiedendo loro di tornare. Secondo fonti interne all’azienda, riportate da Bloomberg, alcuni dei dipendenti richiamati sarebbero stati licenziati per errore. Altri invece sono stati lasciati andare «prima che la direzione si rendesse conto che la loro l’esperienza sarebbe potuta essere necessaria per costruire le nuove funzionalità che Musk immagina». L’arrivo di Elon Musk negli uffici di Twitter a fine ottobre ha provocato il dimezzamento del personale, con un taglio solo nell’ultima settimana di 3.700 persone. Come spiegano le fonti citate da Bloomberg e rimaste anonime, i licenziamenti sono stati effettuati via e-mail. Un altro modo, secondo la nuova gestione, per ridurre i costi. Molti dipendenti poi hanno appreso di aver perso il lavoro constatando che il loro «accesso ai sistemi aziendali era stato improvvisamente bloccato». Un processo caotico e affrettato a cui Twitter ora tenta di rimediare richiamando i licenziati negli uffici.
«Anche Meta si prepara a ondata di licenziamenti»
Mentre l’azienda di Musk preferisce non rilasciare commenti sulle ultime decisioni, il Wall Street Journal rivela una possibile altra ondata di licenziamenti, stavolta da parte di Meta. Secondo le fonti informate, la società proprietaria di Facebook potrebbe essere la prossima Big Tech a cacciare migliaia di persone, con un annuncio che i vertici dovrebbero diffondere «mercoledì della prossima settimana». Per Meta si tratterebbe della prima operazione del genere nella storia della compagnia. Certo con numeri più ridotti rispetto all’esodo provocato da Musk per Twitter, ma comunque segnale di un settore attualmente in contrazione. Lo scorso settembre era stata la stessa Meta a dichiarare di avere 87mila impiegati. Un numero che già in quel momento, secondo il quotidiano economico americano, cominciava a pesare sulle spalle dell’azienda, intenzionata ad attuare un taglio del 10% delle spese totali anche attraverso licenziamenti.
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