Letizia Moratti: «Vi spiego perché voglio sfidare una destra che sa solo alzare muri»
La «dottoressa» sarà candidata alla Regione Lombardia. Letizia Moratti ha annunciato ieri che correrà per il Pirellone con il Terzo Polo. E in un’intervista a la Repubblica oggi spiega che lo fa «perché ci sono momenti in cui si deve scegliere da che parte stare». Per questo per la sua candidatura prenderà esempio dal padre partigiano e dal Comitato di Liberazione Nazionale durante la Resistenza: «Come allora si tratta di mettere insieme forze diverse – riformisti, liberali e socialisti – per rimodellare un’offerta politica nuova e vincente». Per Moratti «il centrodestra non c’è più. Lo si è visto anche con i primi provvedimenti del governo. Questa è una destra che, a furia di alzare muri, ci chiude tutti in un recinto. Ma la chiusura è quanto di più lontano dal Dna della Lombardia, una regione aperta al mondo, solidale, attenta all’inclusione». Moratti ribadisce il suo dissenso nei confronti di Attilio Fontana e del governo Meloni per i medici No vax riammessi al lavoro. E critica la premier per l’uso distorto della parola “devianze“: «Quando c’è di mezzo la salute mentale non si può improvvisare così. Dobbiamo aiutare i più fragili, senza dar loro uno stigma che li farebbe chiudere ancora di più».
Poi spiega che la sua candidatura «nasce a partire dalla lista civica Lombardia Migliore, naturalmente dal Terzo polo di Calenda e Renzi, ma anche da molte realtà civiche che hanno scelto di far parte del progetto. Mi rivolgo anche al Partito democratico e a tutte le altre forze politiche che vogliono interpretare questa fase nuova di cambiamento. E le rivelo una cosa: in queste ore molti del Pd mi stanno chiamando, e non parlo solo di quelli che immagina più facilmente…». Poi sostiene di aver ricevuto incarichi a destra per il fatto di essere una manager: «Quando ho accettato responsabilità politiche l’ho sempre fatto mettendomi al servizio delle istituzioni come manager e amministratrice. Agli amici del Pd dico solo questo: è cambiato lo scenario. Non c’è più il centrodestra, c’è una destra-destra al governo del Paese e questo obbliga tutti noi – me stessa in primis ma anche loro – a una “revisione” del nostro posizionamento. Ci vuole un approccio nuovo, più laico, una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo. Quale posto migliore dove sperimentarlo se non in Lombardia?». Infine, apre a un ticket con l’altro possibile candidato alla presidenza: «Stimo molto Cottarelli, sono in contatto con lui così come con tanti altri interlocutori. Ma sono scelte che non mi competono, si tratta di decisioni che deve prendere il Pd».
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