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Midterm 2022, le sfide (e gli Stati) che decideranno l’esito delle elezioni – La gallery

08 Novembre 2022 - 06:52 Alessandra Mancini
Senato: Marc Kelly (dem) vs Blake Masters (rep)
Governatorato: Katie Hobbs (dem) vs Kari Lake (rep) 

Arizona

Nel 2020 Joe Biden è diventato il primo candidato alla presidenza a vincere in Arizona, dopo Bill Clinton nel 1996. L’Arizona, infatti, è sempre stata una roccaforte repubblicana: l’obiettivo per il GOP è proprio quello di riprendersi il Grand Canyon State, nonostante il partito non abbia schierato candidati troppo moderati. Due su tutti. La repubblicana alla carica di governatrice, Kari Lake e il candidato al Senato, Blake Masters, infatti, sono appoggiati entrambi da Donald Trump e hanno espresso scetticismo sul fatto che Joe Biden abbia legittimamente vinto le elezioni del 2020, tanto da spingere alcune contee dell’Arizona, governate dai repubblicani, a chiedere il conteggio manuale delle schede elettorali. La motivazione? Secondo molti repubblicani i macchinari elettronici utilizzati per il conteggio dei voti sono stati manipolati per consentire a Biden di vincere nel 2020 lo Stato dell’Arizona e altri in bilico. Richiesta approvata: il procuratore generale dello Stato si è infatti pronunciato a favore sulla possibilità per i funzionari della contea di contare a mano tutte le schede elettorali. Quello al Senato tra il pupillo di Trump e il senatore uscente dem Marc Kelly, è un testa a testa. L’ex astronauta ha infatti visto ridursi il margine di vantaggio nelle ultime settimane anche in seguito all’endorsement a Master, ricevuto dal candidato del partito libertario Marc Victor dopo aver abbandonato la corsa al Senato. 

Il fattore aborto

In Arizona le interruzioni di gravidanza sono legali. Ma le cose potrebbero non rimanere così a lungo. A fine settembre, infatti, una corte minore aveva reintrodotto una controversa legge anti-aborto nata 150 anni fa, quando ancora lo Stato dell’Arizona non si era costituto. La legge del 1864 vietava ogni tipo di aborto, compresi i casi di stupro e incesto, imponendo un massimo di 15 settimane per un’interruzione di gravidanza. Ma la corte di appello dello Stato – che si era schierata con Planned Parenthood, l’organizzazione non profit americana che si batte per la legislazione pro choice e l’accesso alle cure mediche -, a inizio ottobre aveva bloccato di fatto la legge e autorizzato il personale sanitario a riprendere la normale attività.

La corsa per la carica di procuratore generale dell’Arizona è probabilmente la più importante per la questione dell’aborto. La candidata democratica Kris Mayes ha affermato – più volte – nel corso della campagna elettorale che non perseguirà «nessun medico, nessun farmacista, nessuna infermiera per l’aborto». Ma non è dello stesso parere il suo sfidante repubblicano, Abraham Hamadeh, secondo il quale «la legge, è legge», riferendosi a quella del 1864. Infine, la candidata per la carica di governatrice, la repubblicana Kari Lake non ha voluto esporsi in merito al divieto all’aborto durante un incontro con gli elettori, affermando, però, di essere «favorevole a salvare quante più vite possibili». In sintesi, quando gli elettori si recheranno alle urne il prossimo 8 novembre, i candidati che eleggeranno potrebbero contribuire a determinare se in futuro sarà ancora possibile abortire in Arizona.