Pennsylvania
Biden ha riportato la Pennsylvania dalla parte dei democratici nel 2020. Solo Trump nel 2016 era riuscito a vincere su Hillary Clinton, ma prima di lui i cittadini avevano votato per il fronte blu in sei elezioni presidenziali consecutive. La sfida in Senato – decisiva per il mantenimento della maggioranza democratica – è tra l’ex personaggio televisivo, il repubblicano Mehmet Oz contro il vice governatore democratico John Fetterman, in lieve vantaggio nei sondaggi. Lo stato del nord-est, una delle prime 13 colonie, ha un senatore uscente repubblicano, Pat Toomey, e una corsa aperta per succedergli. Pochi giorni prima di ottenere la candidatura ufficiale per i democratici, Fetterman è stato colpito da un grave ictus che gli ha impedito di fare campagna elettorale in presenza, lasciandogli, inoltre, un disturbo temporaneo nell’elaborazione delle informazioni che gli arrivano da ciò che ascolta. Questa situazione ha reso il «Democratico che fa crollare la visione caricaturale proposta dalla destra della sinistra contemporanea come elitaria, effeminata e lontana dalla realtà», oggetto di attacchi provenienti dall’ala repubblicana, in particolare dal suo sfidante, il dottor Oz.
Il medico di origini turche che dispensa consigli in materia di forma fisica su alcuni show televisivi statunitensi, infatti, ritiene che questa condizione temporanea renda Fetterman inadatto a ricoprire qualsiasi tipo di carica. Ma non solo, il candidato democratico – come riporta il Nyt – è stato anche obiettivo di una campagna diffamatoria sui social. Ad esempio, dopo il primo e l’unico dibattito televisivo del 25 ottobre scorso tra i due, i repubblicani hanno utilizzato le gaffe verbali di Fetterman per schernirlo. Il duello tv tra i due è arrivato quasi un mese dopo l’inizio delle votazioni anticipate in Pennsylvania e questo ritardo – dovuto alle condizioni di salute del candidato democratico -, è stato utilizzato, secondo media matters, da alcuni organi di stampa vicini alla destra come giustificazione per gridare preventivamente alla frode elettorale. Per molti anchor statunitensi – in particolare di Fox News – il dibattito è avvenuto troppo tardi poiché «in Pennsylvania sono già stati espressi 635.000 voti in anticipo».
Secondo lo US Elections Project, infatti, quasi la metà dei voti elettorali per corrispondenza, richiesti in Pennsylvania, sono già stati espressi. Eppure questo “gridare” alla frode elettorale non è una tattica nuova, utilizzata dai repubblicani per contestare il conteggio dei voti: nel 2020, infatti, il team della campagna di Trump aveva fatto causa al segretario di Stato della Pennsylvania, Kathy Boockvar, sostenendo che il sistema di conteggio dei voti per posta fosse meno rigido di quello alle urne. Ma un’analisi del Washington Post condotta nel 2020 con l’aiuto dell’Electronic Registration Information Center (ERIC) sui dati raccolti in tre Stati che hanno votato via posta – Colorado, Oregon e Washington – ha rilevato che i funzionari hanno identificato solo 372 possibili casi di doppio voto o di voto per conto di persone decedute. Oltre a Colorado, Oregon e Washington, anche in Utah e Hawaii si tengono le elezioni quasi interamente per posta e in questi Stati non sono state segnalate frodi elettorali.
Il candidato trumpiano presente il giorno dell’assalto a Capitol Hill in corsa per il governatorato in Pennsylvania
A contendersi la carica di governatore in Pennsylvania c’è un teorico della cospirazione negazionista che ha sostenuto – e continua a farlo – gli sforzi di Trump per ribaltare le elezioni del 2020: si tratta del senatore repubblicano Doug Mastriano, che dovrà scontrarsi con il procuratore generale in carica, il democratico Josh Shapiro. Una figura controversa, sicuramente estremista anche perché – come ricorda Fivethirtyeight, Mastriano è stato attivamente coinvolto nel movimento Stop the Steal (fermate il furto), secondo cui durante le elezioni presidenziali americane del 2020 si sarebbe verificata una diffusa frode elettorale per negare la vittoria di Donald Trump. Due anni fa, durante il conteggio dei voti, Kylie Jane Kremer e sua madre Amy Kremer, attivista ed esponente del Tea Party – un movimento politico ultra conservatore – hanno fondato prima l’associazione Women for America First e un anno dopo il gruppo Facebook Stop the Steal che cercava di riunire tutti coloro che negavano il risultato elettorale.
Dopo qualche settimana, però, Facebook ha deciso di chiudere il gruppo per l’eccessivo numero di fake news e argomenti violenti che circolavano. Ma la diffusione di contenuti di violenza e di disinformazione non si è fermata: anzi, dal terreno virtuale in cui sono nati hanno portato ad episodi estremi come quello del 6 gennaio a Washington, quando una folla di rivoltosi ha fatto irruzione nel Campidoglio mentre il Congresso si stava preparando a certificare i risultati delle elezioni presidenziali.
A conferma di quanto i social media e le sue echo chambers siano utilizzati – molto spesso – dai repubblicani come arma elettorale contro i rivali, il Daily Best ha scoperto che Mastriano è (ancora) uno degli amministratori attivi della pagina Facebook Mastriano Memes, una vetrina di contenuti xenofobi, transfobici e antisemiti e un modo per attaccare gli avversari democratici. Uno degli ultimi post chiedeva agli utenti di andare in giro per le case a «A fare dolcetto o scherzetto» il giorno di Halloween «con una maschera di Fetterman». In qualità di amministratore del gruppo, Mastriano potrebbe rimuovere qualsiasi contenuto indesiderato. E di fronte a post controversi – spiega il sito web statunitense – il suo team ha più volte deciso di prendere delle misure e cancellare determinati contenuti. Se i risultati di martedì 8 novembre dovessero confermare le previsioni, al fronte blu spetterebbe sia il Senato che il governatorato dello Stato originario del presidente in carica.