Il biglietto del dirigente sulle «plusvalenze artificiali» che inguaia la Juventus
C’è un appunto che inguaia la Juventus nell’inchiesta sulle plusvalenze. Un biglietto scritto dal dirigente Federico Cherubini in cui va all’attacco dell’allora direttore sportivo Fabio Paratici. Lo critica perché non rispetta gli orari, fa riunioni in sauna o dal barbiere, annulla gli incontri. Ma soprattutto perché fa «acquisti senza senso» e «plusvalenze artificiali». Lo scritto, racconta oggi Repubblica, è stato ritrovato dalla Guardia di Finanza durante le perquisizioni in sede a Torino. Su carta intestata della società. Il titolo era “Libro nero FP” (le iniziali di Paratici, ndr). E la procura lo ha trasformato in uno degli elementi d’accusa nei confronti della società. Insieme alla chat di Chiellini con i compagni e alla scrittura privata con Cristiano Ronaldo. Mentre il processo sportivo rischia la riapertura grazie alle carte dei pubblici ministeri.
Cherubini vs Paratici
Il biglietto riporta critiche sulla gestione di Paratici – «Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno» – e sulle strategie finanziarie: «Piano recupero bilancio disastroso, – forma +sostanza». «Come siamo arrivati qui?», si chiede e cita «acquisti senza senso» e investimenti «fuori portata (Kulusevski??)». Accusandolo anche della «distruzione di una generazione: Kean, Spinazzola, Audero….». Insieme ad altri elementi. Come il messaggio di Stefano Bertola, dirigente che si occupava di contabilità, ad Andrea Agnelli: «On track ma su una bumpy road. Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza. Speriamo nel vaccino per lo stadio ma è difficile». Secondo i pm la frase è la conferma che i cartellini gonfiati dei calciatori e gli accordi paralleli per la restituzione (sotto forma di buonuscita o di premio fedeltà) degli stipendi a cui avevano rinunciato per il Covid siano stati la strategia per far quadrare i conti.
La Consob e i bilanci 2020 e 2021
Intanto anche la Consob accende un faro sui bilanci 2020 e 2021. E parla di carenze e criticità, accertandone la «non conformità». Sulla base di 15 scambi sopravvalutati di giocatori. Ovvero «operazioni incrociate» con altre società. La difesa dei bianconeri punta tutto sulla soggettività: non ci sono prezzi stabiliti per i cartellini dei giocatori. E quindi ognuno è libero di comprarli e venderli al costo che desidera. Ma l’autorità della Borsa non è d’accordo. E usa Transfermarkt per sottolineare che Pjanic e Arthur vengono scambiati con il Barcellona al 40 e 29% oltre il valore dato dal sito. Mentre altri si trovano con sovrapprezzi del 900, del 1600 e del 2500% in più. Consob parla anche delle manovre sugli stipendi: «Si osserva un modus operandi singolare con la società che firma e fa firmare accordi con i propri dipendenti e poi giudica quegli stessi accordi come irrilevanti». Mentre la Juventus «rimane convinta di aver operato nel rispetto delle leggi – è la nota della società -. I rilievi di Consob si basano su interpretazioni di elementi soggettivi e applicazioni delle regole contabili giudizi e valutazioni che Juventus non condivide».
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