Mosca annuncia il ritiro da Cherson, scetticismo tra i vertici ucraini. Zelensky: «Il nemico non fa regali, né gesti di buona volontà. Serve prudenza»
«Il nemico non ci fa regali, non fa gesti di buona volontà. Di conseguenza, ci muoviamo con molta attenzione, senza emozioni, senza correre rischi inutili, nell’interesse di liberare tutta la nostra terra e in modo che le perdite siano il più ridotte possibile». Sono le parole del presidente ucraino Zelensky, commentando l’annuncio della ritirata russa da Cherson. Quest’oggi infatti, Sergei Shoigu, il ministro della Difesa della Russia, ha dato ordine all’esercito di ritirarsi dalla città di Cherson, occupata dallo scorso 1 marzo, per stabilire una nuova linea di difesa sulla riva orientale del fiume Dnipro. Ma il governo di Kiev preferisce la linea della cautela. Il presidente ucraino aggiunge: «Sicuramente non darò da mangiare al nemico con tutti i dettagli delle nostre operazioni, né a Sud, né a Est, né altrove. Quando raggiungeremo i nostri obiettivi, saranno sotto gli occhi di tutti». E il presidente Zelensky conclude il suo tradizionale messaggio serale quotidiano, assicurando che così facendo «verrà garantita la liberazione di Cherson, di Kakhovka, di Donetsk e di altre nostre città. Ma questo sarà il risultato dei nostri sforzi, delle nostre operazioni di difesa, di quelle attualmente in corso e di quelle che stiamo pianificando».
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