Alessia Pifferi, l’autopsia sulla piccola Diana: «Morta disidratata almeno un giorno prima del ritorno a casa della madre»
La piccola Diana è morta in un arco temporale compreso tra 24 e 48 ore prima del rientro della madre Alessia Pifferi, la quale l’aveva lasciata sola in casa per sei giorni nel suo appartamento a Milano tra il tardo pomeriggio del 14 luglio scorso e la mattina del 20. Già emerso nelle prime fasi degli accertamenti, il dato è stato confermato dall’autopsia del corpo della bimba. Gli esiti degli esami autoptici saranno depositati con una relazione finale completa agli inquirenti. Una consulenza affidata ad un gruppo medico legale e disposta a fine luglio dalla Procura nelle indagini per omicidio volontario aggravato a carico della 37enne, attualmente in carcere da quasi 4 mesi. Non si esclude che ulteriori analisi possano delineare una collocazione temporale più precisa della morte di Diana, avvenuta – secondo quanto emerso dall’imputazione del pm – «per stenti». Gli altri esami già effettuati, quelli tossicologici, hanno già stabilito che la piccola aveva assunto benzodiazepine, motivo per il quale i vicini non avrebbero sentito la piccola piangere. Una scatola con degli ansiolitici era stata trovata sul luogo del delitto assieme a un biberon di latte, posizionati non lontani dal letto in cui giaceva Diana. Il 18 luglio la 37enne tornò anche a Milano per alcune ore, ma non passò mai a casa fino al 20.
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