Flat tax incrementale e Superbonus per reddito: cosa c’è nella Legge di Bilancio del governo Meloni
La Legge di Bilancio del governo Meloni prende forma. Le anticipazioni al Parlamento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti permettono di tracciare un quadro preciso della finanziaria che l’esecutivo vuole presentare entro 15 giorni. E che parte con 21 miliardi di dote (il maggior deficit). Mentre il nuovo Dl Aiuti, che dovrebbe uscire oggi dal Consiglio dei Ministri, peserà per 9,1 miliardi. La manovra avrà due tasselli fondamentali: la flat tax anche in versione incrementale e le modifiche al Superbonus. Ma allo studio c’è anche un premio esentasse per i lavoratori che le aziende possono decidere di riconoscere. E il cuneo fiscale. Mentre per le pensioni, che nel bilancio dello Stato pesano sempre di più (50 miliardi al 2025), il governo cerca risorse (possibili per circa 1 miliardo) intervenendo sul Reddito di cittadinanza.
Cos’è la flat tax incrementale
La tassa piatta avrà modifiche in due direzioni sostanziali. La prima è quella dell’estensione del tetto da 65 a 85 mila euro. Anche se secondo il Mef le partite Iva la stanno utilizzando come mezzo di evasione. Ma l’esecutivo ne studia anche una versione incrementale. Ovvero da utilizzare sull’incremento di reddito nel 2022 rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei tre anni precedenti per «i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario». Quindi, e questa è una novità, la misura potrebbe riguardare anche i lavoratori dipendenti. Ma nel pacchetto di misure tributarie sono in arrivo anche gli interventi di tregua fiscale. Con l’ipotesi di nuova rottamazione e stralcio per le cartelle fino a mille euro. La nuova rottamazione Ter prevede il pagamento integrale delle imposte dovute e un forfait del 5% per le sanzioni. Con un piano di rateizzazione degli importi che arriva a 5 anni. E un’operazione di “saldo e stralcio”. Fino a 2500 euro per le persone in difficoltà. Con il versamento del 20% e il taglio del restante 80%.
Come cambia il Superbonus
Per il Superbonus 110% si parla di una revisione «in modo selettivo». I bonus edilizi, ha spiegato Giorgetti, saranno resi più equi. Come? Il Messaggero spiega oggi che una delle ipotesi è quella di parametrarlo al reddito. Almeno per le case familiari. È confermata l’intenzione di farlo scendere al 90%. Così come quella di introdurre un meccanismo (magari con l’incremento a 7 anni della restituzione) che riporti gli istituti di credito a riaprire le pratiche dopo l’esaurimento dello spazio fiscale. Ma l’idea del governo è quella di permettere la detrazione piena soltanto ai proprietari che vivono nell’abitazione come prima casa e che hanno un reddito non superiore ai 15 mila euro. Da adeguarsi in base ai componenti del nucleo familiare.
Allo studio c’è anche la possibilità per le aziende di riconoscere ai dipendenti «una sorta di premio o indennità fino a 3mila euro» esentasse, sul modello di quello già sperimentato in Germania. Infine, sul reddito di cittadinanza le ipotesi riguardano il taglio progressivo dell’assegno oltre all’addio dopo il rifiuto di un’offerta di lavoro. Secondo lo schema proposto dalla Lega dopo 18 mesi senza lavoro il percettore vedrà sospendersi il sussidio. A quel punto sarà inserito in un percorso di politiche attive del lavoro. Ovvero corsi di formazione adatti al suo profilo di studi e alle richieste delle aziende. Il percorso potrebbe essere retribuito con i soldi del Fondo sociale Europeo. Se dopo 6 mesi il lavoro ancora non arriva, il percettore potrà richiedere di nuovo il Rdc. Ma con un taglio del 25% dell’assegno. E così via.
Il nuovo decreto oggi in Cdm
Intanto il governo è al lavoro sul nuovo pacchetto di aiuti per famiglie e imprese, atteso stasera in Cdm. Si attende la proroga dei crediti di imposta per le imprese energivore. E anche lo sconto benzina, Mentre si studiano interventi per la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica. L’esecutivo sta anche verificando il possibile utilizzo delle risorse dei fondi strutturali Ue. Che andrebbero destinati ad un eventuale Fondo ad hoc per fronteggiare il caro-energia. Nel decreto entrerà anche lo sblocco delle trivelle, con la contestuale proroga al 2023 della vendita di gas a prezzo calmierato da parte del Gse. Anche se nel centrodestra c’è chi non apprezza.
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