Luca Zaia e il fronte del no alle trivelle in Veneto: «Danni devastanti per turismo e ambiente»
Luca Zaia dice no alle trivelle. Il presidente del Veneto contesta il governo per il via libera all’estrazione di gas dai giacimenti più grandi. Perché per la sua regione significa la possibilità di una trivellazione sul mar Adriatico al largo delle coste del Polesine. E mentre l’esecutivo di centrodestra pensa a un nuovo decreto per il gas nazionale, lui va all’attacco: «Gli esiti della subsidenza – lo sprofondamento dei terreni e dei fondi marini – in seguito alle trivellazioni degli anni Cinquanta sono stati imponenti e devastanti. Ci sono zone in cui il fondo si è abbassato di quattro metri, con una progressione dei cedimenti anche oggi inesorabile». Ma dovrà vedersela con il suo partito. Per il quale «le nuove trivellazioni sono necessarie». Anche se il governo si impegna a «garantire il rispetto dell’ambiente».
Il Polesine e le trivelle
Zaia spiega oggi al Corriere della Sera il no alle trivelle con la vocazione turistica della sua regione. E aggiunge che la sua non è una posizione ideologica: «Per dire: noi siamo favorevoli ai rigassificatori e le posso dire che siamo pronti ad aumentare la capacità di quello che già c’è. Io capisco fino in fondo la preoccupazione del governo. Però c’è luogo e luogo». Per il governatore il combinato disposto tra morfologia e fragilità del territorio «ha dato esiti pessimi. Piuttosto, ripeto, si approfitti del rigassificatore che abbiamo e spingiamone al massimo le potenzialità. Tra l’altro, le nuove perforazioni potrebbero non darci risultati prima di tre o quattro anni». E sono gli esperti stessi a parlare di rischi: «L’Adriatico è un mare ma con molte delle caratteristiche di un lago. In questo contesto, gli effetti di eventuali danni ambientali sarebbero devastanti per turismo e balneazione in un raggio amplissimo, con un danno anche d’immagine complessivo enorme: il 66% dei nostri turisti sono stranieri».
La barricata
Ma dall’altra parte della barricata c’è proprio il suo partito. Che con la viceministra alla transizione ecologica Vannia Gava spiega oggi in un’intervista a Libero che le trivelle sono necessarie e sicure: «È necessario diversificare gli approvvigionamenti ed è assurdo vietare per motivi ideologici di estrarre il nostro gas. Teniamo presente che, a poche miglia di distanza, la Croazia si approvvigiona dello stesso gas. Il beneficio in questa situazione di crisi energetica mondiale è massimo. Si tratta di garantire forniture certe al tessuto industriale. E di garantirle a prezzi calmierati e ragionevoli». Per Gava il governo assicurerà «massima trasparenza nelle procedure e massima attenzione alla tutela ambientale. Ma diciamo no alla sindrome nimby. la subsidenza nella costa adriatica è monitorata dagli anni ’70. Continueremo a farlo e chiederemo agli operatori una grandissima attenzione alla protezione dell’ambiente».
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