Paolo Palumbo, a processo il padre dello chef con la Sla: le accuse sulla finta terapia e la raccolta fondi tra i Vip
Un messaggio di speranza per tutti i malati di Sla sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo 2020: così l’Italia aveva conosciuto il giovane Paolo Palumbo, chef poco più che ventenne di Oristano. Poi a febbraio 2020 partì un’inchiesta coordinata dalla procura della Repubblica oristanese, la quale ipotizzava che la raccolta fondi per le cure organizzata sulla piattaforma Gofundme sarebbe stata in realtà una truffa organizzata da persone molto vicine al giovane Paolo, tra cui il padre. Ieri, 10 novembre, è stato aperto il processo al padre Marco Palumbo e rinviato per l’interrogatorio dell’imputati e dei testimoni. Secondo quanto riporta Il Mattino, dovrà difendersi dall’accusa di aver fatto credere di aver contattato il medico ricercatore israeliano Dimitrios Karoussis, per permettere al figlio di somministrare l’innovativa e costosa terapia Brainistorm, che riesce a rallentare gli effetti neurodegenerativi della Sla. Inganno in cui sarebbe finito anche il neurologo di fiducia del figlio. Non solo lo avrebbe contattato, secondo quanto raccontava il padre, il medico israeliano aveva anche inserito Paolo in un trattamento sperimentale. Per poi avviare una petizione che «avrebbe indotto diverse persone a fare cospicue donazioni attraverso un crowdfunding e che, dopo qualche mese, avevano portato alla raccolta di oltre 150 mila euro». Ma la polizia postale aveva poi scoperto che l’email che Marco utilizzava e che aveva attribuito al ricercatore Karoussis era in realtà finta. Di fronte alle accuse, il padre dello chef disse che anche lui era in realtà una vittima, ma che era «pronto a restituire le donazioni».
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