Giorgia Meloni nell’anniversario di Nassirya: «Italia in prima linea per garantire la pace»
L’Italia è in prima linea per garantire la pace. E il sacrificio dei nostri caduti è un patrimonio della comunità nazionale. La premier Giorgia Meloni ha inviato un messaggio per l’anniversario della strage di Nassirya in Iraq, che provocò 28 morti (tra cui 19 italiani) il 12 novembre 2003. «Nella Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, a nome di tutto il Governo rivolgo il più sentito e commosso ricordo a tutti i caduti italiani, civili e militari, che hanno sacrificato la propria vita operando, con onore e dedizione, fino all’estremo sacrificio, nei teatri operativi nei quali l’Italia è stata impegnata nel mondo», dice Meloni. E ancora: «Il 12 novembre 2003 è una data che rimarrà, insieme ad altre, scolpita per sempre nel cuore e nella mente degli italiani. In quella tragica giornata persero la vita in Nassirya diciannove italiani, militari e civili impegnati, insieme ad alcuni operatori iracheni, nella missione di pace Antica Babilonia. È questa una data che ha segnato indelebilmente le nostre coscienze. Per questo, ogni anno, il 12 novembre assurge a ricordo non solo delle vittime di Nassirya, ma di tutti i caduti italiani, civili e militari, nelle missioni internazionali». Infine: «L’Italia repubblicana svolge, dagli anni Cinquanta, missioni internazionali nei teatri operativi, anche quelli più complessi, nei quali le nostre Forze Armate, accanto al personale civile, rappresentano con la loro professionalità e umanità una garanzia di sviluppo democratico e di pace. A tutt’oggi sono in corso varie missioni che vedono impegnati in prima linea i nostri uomini e donne per garantire la pace, la sicurezza e il rispetto dei diritti umani in contesti difficili che comportano l’assunzione di grandi rischi e responsabilità. Il sacrificio dei nostri caduti è un patrimonio della comunità nazionale e internazionale e il loro ricordo è un impegno che tutti dobbiamo onorare, con deferenza e riconoscenza».
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