No! Un ufficiale militare brasiliano non ha annunciato l’arresto di Lula per frode elettorale
Un video sulle proteste per il risultato elettorale ha iniziato a circolare su Facebook. Nel filmato appare un uomo che si autodefinisce – come appare sulla sua divisa – un «riservista intervenzionista». Nelle immagini si sente l’uomo annunciare l’arresto del neoeletto presidente Luiz Lula e del ministro del supremo tribunale federale (STF) Alexandre de Moraes. Alcuni utenti stanno condividendo il video sui social sostenendo che il voto in Brasile sia stato influenzato da una frode elettorale e che «i traditori verranno processati e incarcerati».
Per chi ha fretta:
- Un presunto ufficiale militare sostiene che il presidente brasiliano Luiz Lula sia stato eletto grazie a una frode elettorale. Per questo annuncia che lui e il ministro Alexandre de Moraes verranno arrestati.
- Il video è stato diffuso sui social anche da utenti italiani, convinti che la frode elettorale sia veramente avvenuta.
- L’uomo nel video non è un ufficiale dell’esercito. In una clip successiva chiarisce di non esserlo e di non aver mai parlato a nome delle autorità militari brasiliane.
- Nella seconda clip di chiarimento afferma che i brogli ci sarebbero stati, ma che le prove verranno ricercate «dopo» aver «ristabilito l’ordine».
- Le autorità brasiliane hanno stilato un rapporto sul voto, che non ha evidenziato nessuna prova della frode.
- Che il voto sia stato manipolato è una diceria messa in giro dallo stesso presidente uscente Jair Bolsonaro, che usa una tattica simile a quella adottata da Donald Trump.
Analisi
Un presunto ufficiale militare appare solo in metà del video, mentre l’altra metà è coperta da una fascia nera che inneggia alla frode elettorale. Nella fascia nera si legge: «Boom. Frode elettorale. Lula e tutti i traditori saranno processati e incarcerati. The end. N.W.O [«New World Order», ndr]». Di seguito vediamo uno screenshot del post, e poi la descrizione che lo accompagna. Il post è stato diffuso anche in numerosi canali Telegram noti per condividere informazioni non verificate, ad esempio qui. Si riscontrano anche tweet brasiliani dove appare il video.
«Notizie preziose dal Brasile. L’ufficiale spiega la situazione attuale ai presenti: “Dopo lo stato di guerra viene lo stato di assedio”. Nessuno potrà lasciare la propria abitazione dopo le 19:00. Verranno istituiti tribunali militari davanti ai quali tutti i corrotti dovranno rispondere. Saranno accusati e incarcerati. Un altro ufficiale prende posizione, dicendo: “La vittoria è nostra. Ora non ci resta che scendere in strada. La vittoria è certa, tutto è pronto”. È determinato cosa accadrà ora. 1° stato di difesa. 2° stato di assedio. 3. stato di guerra. Con le prove di frode elettorale da parte dell’audit dell’esercito, il STM dà al ministro Alexandre de Moraes 72 ore per spiegare le manipolazioni legali di TSE nelle elezioni del 2022. Trascorse le 72 ore, entrerà in vigore.»
Il video, non tagliato, è stato pubblicato anche via Youtube il 3 novembre 2022.
Il ballottaggio risicato
Ricercando il nome dell’ufficiale, Requião, ci si imbatte in diverse pagine web che confermano che l’uomo ha effettivamente annunciato l’arressto di Lula e del ministro del Stf. Del video non si trovano copie antecedenti al 2 novembre. Lula ha vinto il ballottaggio contro Bolsonaro il 30 ottobre 2022. A questo punto è necessario capire la vicenda per verificare se le parole dell’ufficiale corrispondono al vero. A fine ottobre, in Brasile, si è tenuto il ballottaggio tra il presidente uscente Jair Bolsonaro e il suo predecessore, Luiz Lula, che ha vinto con un margine risicatissimo: 50,9% contro il 49,1 di Bolsonaro.
La smentita della frode
In seguito alla sconfitta, ricalcando le orme di un’altra influente figura dell’estrema destra, Donald Trump, Bolsonaro ha gridato alla frode elettorale. Secondo il presidente uscente, i risultati sarebbero stati manipolati per favorire Lula. Per questo, Bolsonaro ha invitato i suoi a protestare per chiedere il riconteggio o addirittura un nuovo voto. Le proteste hanno portato anche a blocchi stradali. E in effetti, proprio un blocco stradale sembra essere lo sfondo del video che circola su Facebook. Resoconti estesi della situazione e delle proteste possono essere trovati sul New York Times (qui e qui). Per verificare se effettivamente siano avvenute delle frodi, il ministero dell’Interno e le forze armate, che in Brasile spesso ricoprono importanti ruoli nell’amministrazione statale, hanno stilato un rapporto, che non ha trovato prova delle accuse di Bolsonaro, che ha infatti accettato la vittoria del rivale di fronte al tribunale supremo. Ad ulteriore smentita delle parole dell’ufficiale, a nove giorni dalla prima apparizione del video, non si riscontrano notizie che confermino un recente arresto di Lula, né di Alexandre de Moraes. Gli unici risultati di ricerca in tal senso riguardano l’incarcerazione del neoeletto presidente brasiliano nel 2018.
Chi è l’uomo nel video
Il protagonista del video non è un militare, ma di un uomo d’affari di nome Herberto Requião già candidato (non eletto) durante le elezioni del 2016 con il partito PHS (Partido Humanista da Solidariedade):
Il secondo video di “chiarimento”
Esiste anche un canale Youtube, dove pubblica i suoi shorts e un video del 9 novembre 2022 dove afferma di essere un ex militare e di non aver mai parlato a nome dell’esercito brasiliano nel video precedente diventato virale. Herberto, durante questo ultimo intervento su Youtube, si ritiene convinto del broglio elettorale nonostante affermi candidamente di non avere le prove, ma che verranno ricercate «dopo» aver «ristabilito l’ordine».
Conclusioni:
Rifacendosi alle dichiarazioni del presidente brasiliano uscente Jair Bolsonaro, un politico e uomo d’affari vestito da militare annuncia che in Brasile si sia verificata una frode elettorale e che i colpevoli, tra cui il neoeletto presidente Luiz Lula, verranno arrestati. Tuttavia, la presunta frode non ha mai trovato conferma e a distanza di diversi giorni nulla di quanto annunciato nel video è avvenuto. L’uomo, oltre a spiegare di non essere un militare, ammette di non avere prove che dimostrino il presunto broglio.
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