Il crack di Ftx: che succede nel mondo delle criptovalute e cosa può accadere adesso
L’ascesa della piattaforma di scambio di criptovalute Ftx è stata tanto straordinaria quanto il suo schianto. La società ha presentato ieri istanza di fallimento negli Stati Uniti, e l’ex enfant prodige del settore Sam Bankman-Fried (per gli addetti ai lavori “Sbf“) ha rassegnato le sue dimissioni da amministratore delegato dell’azienda. In molti si chiedono se la scossa subita dalla società, che in soli tre anni era riuscita ad assicurarsi una valutazione di 32 miliardi di dollari, segna un momento di svolta per il mondo delle monete digitali. L’episodio, infatti, sembra qualcosa di diverso dalle estreme turbolenze tipiche del mercato: il New York Times rende noto che tra gli esperti l’accaduto viene già paragonato al tragico crash della Lehman Brothers, che scatenò la crisi del 2008.
Come siamo arrivati fin qui?
Fino a pochi giorni fa, il potenziale di crescita del trentenne Sam Bankman-Fried sembrava illimitato, così come le sue ambizioni. Era stato definito da altri «il nuovo Warren Buffet», si era definito da solo il potenziale primo “trilionario” del mondo. Per le elezioni di Midterm, aveva deciso di donare 39.8 milioni di dollari alla causa democratica (secondo solo a George Soros). Poteva vantare un networking ricco di personalità di spicco tra Casa Bianca, Wall Street e Hollywood: alle sue conferenze alle Bahamas partecipavano Bill Clinton, Joe Biden, Tom Brady, Katy Perry. Però man mano che la sua azienda cresceva, ricostruisce il Wall Street Journal, iniziava ad emergere anche il suo «lato oscuro». Brusco con i regolatori d’oltreoceano, arrogante nelle trattative, adulante con politici statunitensi per ottenere un vantaggio competitivo sui rivali. Avrebbe infatti iniziato a premere per una prima regolamentazione del settore, ovviamente plasmata a suo vantaggio. Dietro le quinte, inoltre, Ftx avrebbe iniziato a utilizzare miliardi di dollari provenienti dai clienti per finanziare operazioni rischiose di Alameda Research, la società di valute digitali fondata da Bankman-Fried. Il cui capitale risulterebbe composto per la maggior parte da “token FTT“, una criptovaluta creata dalla stessa Ftx, dal valore incerto. Quando queste operazioni sono venute a galla, è iniziato il tracollo.
Errori fatali
Il buco nelle finanze di Ftx, generato da questi prestiti non dichiarati, non basta da solo a spiegare il rapido passaggio della società dalle stelle alle istanze fallimentari. L’inimicarsi dei suoi omologhi nel settore sembra aver giocato un ruolo centrale. La maggior parte degli scambi di criptovalute nel mondo, infatti, avveniva su due piattaforme: Ftx, la più nota negli Usa, e Binance. Quest’ultima, più grande, è gestita dal miliardario cinese Changpeng Zhao (anche detto “CZ“: gli investitori in crypto amano gli acronimi). I due inizialmente sembravano in buoni rapporti, tanto che Zhao fu tra i primi finanziatori di Ftx. Ma Zhao, a differenza di Sbf, non aveva nessuna fretta di regolamentare un settore che fino ad ora ha prosperato al di fuori del recinto della finanza tradizionale. «Non sosterremo le persone che fanno pressioni contro altri esponenti del settore alle loro spalle», aveva scritto su Twitter. Il colpo di grazia è infine arrivato quando sono iniziate a trapelare le informazioni su Alameda che hanno minato la percepita affidabilità di Ftx, oltre che la sua stabilità finanziaria. Con il pretesto di essere turbato dalle «recenti rivelazioni», Zhao ha annunciato che Binance si sarebbe liberata di tutti i token FTT detenuti dalla società. Scatenando un effetto domino che in poco tempo ha fatto crollare la fiducia degli investitori. Quasi immediatamente, hedge funds e altre società sono corse a prelevare i soldi detenuti in forma di token FTT. Solo domenica, sarebbero stati ritirati fondi per un valore di 5 miliardi. Zhao si era inizialmente offerto di tendere una mano verso Sbf, per salvare la società, ma aveva poi deciso di ritrattare l’accordo.
Cosa succede adesso
Sin dalla sua creazione, gli operatori di criptovalute hanno provato a costruire un’impalcatura alternativa che potesse soppiantare il sistema finanziario tradizionale. Ma il tracollo di Ftx potrebbe segnare una grave battuta d’arresto nel processo espansivo del settore, dimostrando l’inaffidabilità di un mercato ancora molto opaco. FTX, Alameda e altre affiliate hanno stimato nelle loro dichiarazioni di fallimento di avere più di 100.000 creditori e di dover affrontare passività comprese tra i 10 e 50 miliardi di dollari. Il valore di svariate valute sul mercato, tra cui quello dei Bitcoin, ha già iniziato la sua discesa. Anche se per il momento ci sono stati pochi segnali di impatto più ampio, non sembrano aver rassicurato del tutto investitori e analisti. Dan Dolev, analista di crypto per Mizuho Securities, ha riassunto: «La domanda ora è: puoi fidarti di qualsiasi investimento in criptovalute?». In un mercato, come quello finanziario, dove la fiducia è tutto.