G20, i 10 punti di Zelensky per la pace in Ucraina: «È il momento di fermare la guerra della Russia»
È il momento di fermare la guerra distruttiva della Russia in Ucraina. Il presidente Volodymy Zelensky lo ha detto al G20 di Bali, dove era ospite in collegamento video. Dopo di lui ha parlato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Che prima ha ascoltato l’intervento di Zelensky senza lasciare la sala. «Sono convinto che questo sia il momento in cui la guerra distruttiva della Russia debba e possa essere fermata», ha detto Zelensky. «Questo salverà migliaia di vite», ha aggiunto. Ma all’Ucraina deve essere offerta la possibilità di una pace giusta, senza compromessi per la sua sovranità, ha ribadito il presidente. E se la Russia non metterà in campo «azioni concrete» per arrivare alla pace significa che vuole «ingannare» il mondo e congelare la guerra.
Il pericolo nucleare
Zelensky ha anche detto che davanti agli occhi di tutto il mondo la Russia ha trasformato la centrale nucleare di Zaporizhzhia «in una bomba radioattiva che può esplodere in qualsiasi momento». «Considero criminale anche solo la possibilità di un simile scenario», ha aggiunto. «Lo stesso vale per le folli minacce di armi nucleari a cui ricorrono i funzionari russi. Vi prego di usare tutto il vostro potere per far sì che la Russia abbandoni le minacce nucleari», ha chiesto. Chiedendo poi di imporre un tetto ai prezzi degli idrocarburi esportati dalla Russia in risposta alla campagna di terrore scatenata contro le strutture energetiche ucraine, così da limitare la capacità di esportazione di Kiev. «Se la Russia sta cercando di privare l’Ucraina, l’Europa e tutti i consumatori di energia nel mondo della prevedibilità e della stabilità dei prezzi, la risposta dovrebbe essere una limitazione forzata dei prezzi di esportazione per la Russia», ha detto Zelensky. Che ha infine proposto a Mosca lo scambio di tutti i prigionieri di guerra.
I dieci punti per la pace
Il presidente ucraino ha messo infila anche dieci punti definiti come «cruciali» per raggiungere la pace. Al primo posto «la sicurezza nucleare», seguita dalla «sicurezza alimentare». Mentre al terzo posto c’è la «sicurezza energetica». «La quarta sfida è il rilascio di tutti i prigionieri e i deportati», ha aggiunto. Al quinto punto «l’attuazione della Carta delle Nazioni Unite e il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale». «La sesta sfida – ha evidenziato il presidente ucraino – è il ritiro delle truppe russe e la cessazione delle ostilità». Al settimo la giustizia: «Abbiamo già proposto una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riguardante un meccanismo di compensazione internazionale per i danni causati dalla guerra russa: vi chiediamo di attuarla».
L’ottavo punto è invece «l’ecocidio», ovvero «a necessità di proteggere immediatamente l’ambiente. Il successivo (il nono) è la prevenzione dell’escalation: un rischio che esiste ancora e rimarrà finché la nostra sicurezza non sarà adeguatamente garantita. L’Ucraina non fa parte di nessuna alleanza. E la Russia ha potuto iniziare questa guerra proprio perché l’Ucraina è rimasta nella ‘zona grigia’ tra il mondo euro-atlantico e l’imperialismo russo». All’ultimo posto «la conferma della fine della guerra»: «quando tutte le misure antibelliche saranno state attuate, quando la sicurezza e la giustizia cominceranno a essere ristabilite, un documento che conferma la fine della guerra dovrà essere firmato dalle parti», ha concluso.
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