Missile sulla Polonia, il presidente Duda: «Non ci sono prove inequivocabili su chi l’ha lanciato». La Nato convoca un vertice d’urgenza: «Accerteremo tutti i fatti»
«Al momento non abbiamo prove inequivocabili su chi abbia lanciato questo missile. È in corso un’indagine», ha dichiarato il presidente polacco Andrzej Duda, parlando con i giornalisti a seguito dell’impatto di un missile a Przewodów, un villaggio polacco al confine con l’Ucraina, che ha causato la morte di due persone. Non è chiaro se il missile sia russo oppure, se a provocare l’impatto siano stati i resti di un razzo abbattuto dalla contraerea ucraina [qui il fact-checking di Open: Cosa sappiamo finora del missile che ha colpito la Polonia]. Nelle scorse ore Mosca ha negato il proprio coinvolgimento, definendo quanto accaduto «una provocazione per arrivare a un’escalation». Anche il governo di Kiev ha negato il coinvolgimento della contraerea ucraina. Prima delle dichiarazioni del presidente Duda, il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Lukasz Jasina, in un comunicato ufficiale aveva reso noto che «un missile fabbricato in Russia è caduto (sul territorio polacco, ndr), uccidendo due cittadini polacchi» e che l’ambasciatore russo a Varsavia è stato convocato per fornire «immediate e dettagliate spiegazioni» sull’accaduto. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha chiesto alla popolazione polacca di mantenere la calma.
Il caso verrà esaminato anche dalla Nato. Il vertice convocato d’urgenza si svolgerà nella mattinata di oggi, 16 novembre, a Bruxelles. Al tavolo saranno presenti non i capi di Stato, ma gli ambasciatori dei Paesi membri dell’Alleanza Atlantica. L’obiettivo sarà quello di fare il punto su quanto accaduto, grazie anche all’analisi dei report e della documentazione raccolta dal governo della Polonia, che renderà note sue eventuali richieste d’intervento da parte degli Alleati. La Polonia fa infatti parte della Nato dal 1999. Durante il vertice degli Alleati verranno dunque analizzate le prove raccolte dal governo polacco sul luogo dell’impatto. Si tratta principalmente di dati relativi ai resti del missile, che permetteranno di capire la tipologia di arma, oltre che la “nazionalità” e l’eventuale tecnologia usata nella sua progettazione, che permetterebbe anche di capire se è stato lanciato da una nave o da terra. Attualmente, il governo di Varsavia ha innalzato al livello di massima allerta alcuni comparti del proprio esercito. La decisione è stata presa a seguito del Consiglio di sicurezza nazionale convocata dal primo ministro Mateusz Morawiecki, subito dopo la caduta di un missile a Przewodów, un villaggio polacco al confine con l’Ucraina, causando la morte di due persone. Il Consiglio di sicurezza nazionale polacco si riunirà nuovamente alle ore 12 (ora locale), come comunicato dal portavoce del governo polacco Piotr Müller.
November 15, 2022
Il portavoce del governo di Varsavia, dopo il Consiglio di sicurezza, ha comunicato che la Polonia sta valutando se invocare l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, che prevede che «le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata». Il passo successivo sarebbe la richiesta di muoversi in base all’articolo 5, che potrebbe attivare il cosiddetto esercizio del diritto della legittima difesa contro il Paese che ha attaccato lo Stato membro della Nato, anche con l’eventuale uso di armi. Questo perché secondo l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, «in caso di attacco contro uno Stato facente parte dell’Alleanza Atlantica, questo rappresenta un attacco a tutti gli Stati membri della Nato». Al momento l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Canada hanno espresso solidarietà e sostegno alla Polonia.
Il presidente polacco Andrzej Duda ha avuto un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e successivamente con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il presidente statunitense ha ribadito al presidente Duda il «pieno sostegno e l’assistenza degli Stati Uniti all’indagine» e ribadito «il ferreo impegno degli Stati Uniti per la Nato». In qualsiasi caso sarà l’eventuale controffensiva, anche armata però, non avverrebbe in modo automatico, ma si procederà con cautela. La decisione spetta infatti al Consiglio di Sicurezza dei Paesi membri della Nato che dovranno decidere se e come procedere, una volta chiariti i dettagli. Sin dalla sua nascita nel 1949, la Nato ha fatto ricorso all’articolo 5 del Trattato solo una volta, in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a New York, negli Stati Uniti.
Foto in copertina: Il presidente polacco Andrzej Duda durante una conferenza stampa | EPA/PAWEL SUPERNAK POLAND OUT (16 novembre 2022)
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