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La sanatoria per il rientro dei capitali del governo Meloni: una voluntary disclosure per i soldi all’estero

17 Novembre 2022 - 07:30 Redazione
voluntary disclosure sanatoria capitali esteri governo meloni
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La norma servirà a reperire liquidi per la Legge di Bilancio 2023. Insieme alla pace fiscale per le cartelle esattoriali

Il governo Meloni è al lavoro su una voluntary disclosure. Per far rientrare i capitali italiani dall’estero. Un provvedimento da inserire nella prossima Legge di Bilancio insieme alla Pace Fiscale. E che prevede una modalità di azione simile a quella del 2014, quando a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi. Chi dichiara di avere fondi all’estero avrebbe così uno scudo da eventuali contestazioni penali e multe. Ma in cambio dovrebbe versare al fisco le somme dovute negli ultimi cinque anni. La norma servirà a reperire liquidi per la Finanziaria 2023. E dovrà contribuire, insieme alla Rottamazione Ter delle cartelle esattoriali riveduta e corretta, a centrare l’obiettivo di un disavanzo al 4,5% del prodotto interno lordo. Essenziale per l’ok a Bruxelles.

I capitali detenuti all’estero

A parlare oggi della voluntary disclosure di Meloni è il Corriere della Sera. All’epoca della prima sanatoria fiscale a rientrare in Italia furono capitali di patrimoni tenuti all’estero da decenni. Quella di oggi servirà invece a far rientrare capitali accumulati negli ultimi due anni. Magari grazie alla speculazione sui mercati dopo la pandemia di Coronavirus. Su di essi, spiega il quotidiano, in teoria andrebbero pagate imposte sui redditi delle persone fisiche e delle imprese. Oltre all’Iva. Per questo c’è chi pensa che in ogni caso una sanatoria del genere potrebbe avere un successo limitato dal punto di vista degli incassi. E quindi è difficile scartare l’ipotesi che alla fine il Parlamento allarghi ulteriormente le maglie del provvedimento. Offrendo anche sconti fiscali a chi ha evaso negli ultimi anni.

Le cartelle esattoriali e il colpo di spugna sui processi

Il provvedimento si affiancherà a quello delle cartelle esattoriali. Le formule sul tavolo del governo sono: cancellazione fino a mille euro, imposta dimezzata per quelle fino a 3 mila, rateizzazione per gli omessi pagamenti di chi ha debiti più alti. L’imposta evasa potrebbe essere ridotta del 50%. Così come le sanzioni, che arriverebbero al 5%. Aggi e interessi andrebbero tutti cancellati. Ma in ballo c’è anche la “grazia” per gli evasori fiscali. La nuova norma prevede che chi deciderà di pagare il dovuto al fisco perché evaso e oggetto di procedimento giudiziario sia sollevato da qualunque pendenza. Anche dai processi in corso. E senza sanzioni e interessi.

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