Il Cremlino spera nella Casa Bianca: «Kiev non vuole un negoziato di pace: solo gli Usa possono ammorbidirla»
«Una cosa è chiara: la parte ucraina non vuole alcun negoziato». Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina. Secondo Mosca, soltanto gli Stati Uniti sono «in grado, se lo desiderano, di esercitare un’influenza su Kiev, rendendola più flessibile». Non è la prima volta che la Russia si rivolge a Washington nel tentativo di stemperare le richieste del governo di Kiev. Già nei giorni scorsi, in seguito alla caduta di due resti di missili in territorio polacco, Mosca si era complimentata per la «reazione misurata» degli Stati Uniti, a differenza di quella definita «isterica» di altri Paesi. Nel corso del consueto briefing sulla guerra in Ucraina, Peskov ha detto che «le sofferenze dei civili e i black out sono la conseguenza del rifiuto di Kiev di negoziare». Le parole del Cremlino arrivano a pochi giorni dal massiccio raid aereo con cui l’esercito russo ha attaccato diverse città ucraine. «L’operazione militare speciale continua e i suoi obiettivi devono essere raggiunti – ha sottolineato Peskov -. Non dipende dalle condizioni meteo, sta andando avanti e gli obiettivi saranno raggiunti». Tornando sul presunto rifiuto del governo di Kiev a qualsiasi trattativa, Peskov ha poi aggiunto: «Diciamo che le controparti ucraine hanno sette venerdì a settimana: prima negoziano, poi si rifiutano di negoziare, poi effettivamente approvano una legge che proibisce qualsiasi tipo di negoziato, poi dicono che vogliono negoziati, ma pubblici», ha detto il portavoce di Vladimir Putin. Per quanto riguarda la possibilità di intavolare dei negoziati pubblici, Peskov ha detto che si tratta di uno scenario «difficile da immaginare, ancora di più a questo livello».
Foto di copertina: EPA / YURI KOCHETKOV | Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov a una conferenza stampa del 23 dicembre 2021
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