«La mamma è una sola»: il tribunale di Arezzo respinge il ricorso di due donne
Il tribunale civile di Arezzo ha respinto il ricorso di due donne che chiedevano di essere riconosciute entrambe come madri di due gemelli nati ad Anghiari. La coppia chiedeva il riconoscimento del rapporto di filiazione per entrambe. Una delle due si era sottoposta ad inseminazione artificiale, praticata in Spagna, con successivo trasferimento ed impianto degli ovociti sulla compagna. Il tribunale ha premesso la comprensione del « concreto rapporto genitoriale non solo intenzionale ed affettivo ma anche biologico tra i minori ed entrambe le ricorrenti». Ma secondo i giudici, tre donne, «l’esigenza di tutela dell’interesse dei minori, allo stato della legislazione vigente, non può legittimare il tribunale a sostituire le proprie valutazioni con quelle spettanti esclusivamente al legislatore». Le giudici hanno riconosciuto che c’è uno spazio da colmare a livello normativo. Ma non ha potuto decidere diversamente. La coppia è formata da due donne che si sono unite civilmente il 5 giugno 2021. Il 14 giugno 2022 una delle due ha partorito all’ospedale San Donato di Arezzo i due gemelli. L’ufficiale di stato civile del comune di Anghiari si è opposto alla rettifica dell’atto di nascita con l’integrazione del cognome della madre intenzionale accanto a quello della madre partoriente, citando l’articolo 4 comma 3 della Legge 40 del 2004. Il collegio di giudici, con presidente Lucia Faltoni, giudice relatore ed estensore Alessia Caprio e giudice onorario Cristina Colombo, ha accolto l’opposizione del ministero dell’Interno e del comune di Anghiari. L’unica via che resta, oltre all’appello, è quella dell’adozione.
Leggi anche:
- La lettera a Salvini di una delle due mamme dopo il ricorso: «Non siamo una minaccia: basta giocare coi diritti dei bambini»
- La class action delle famiglie omogenitoriali contro il decreto Salvini: «Due madri o due padri sulla carta d’identità»
- La vittoria di due madri contro il decreto Salvini: niente «padre» nella carta d’identità della figlia