Così il Quirinale ha fermato il governo Meloni sul tetto al contante
Il tetto al contante è scomparso dal Decreto Aiuti Quater a causa di un intervento del Quirinale. La norma che innalzava a 5 mila euro da gennaio 2023 la soglia per l’utilizzo dei liquidi non sarà nel provvedimento in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Perché, come ha fatto notare Sergio Mattarella a Giorgia Meloni nella normale interlocuzione tra Colle e Palazzo Chigi, non si ravvisavano i requisiti di necessità e urgenza per una norma che andrà in vigore il prossimo anno. Il tetto al contante finirà quindi nella Legge di Bilancio. Insieme alla sanatoria per il rientro dei capitali dall’estero che rappresenta l’ultima novità sul fronte delle entrate nella Finanziaria. Il governo invece sembra aver rinunciato al colpo di spugna penale per gli evasori fiscali che pagano.
Il maxicondono sparito
Dell’ipotesi di introdurre un condono penale per chi pagava il dovuto al fisco si era parlato in una serie di riunioni tra gli alleati di centrodestra. Il ministero dell’Economia e delle Finanze retto dal leghista Giancarlo Giorgetti lo ha prima derubricato a proposta da analizzare. Poi, ieri, ha definitivamente smentito: «Nella legge di bilancio non ci sarà in nessun caso posto per condoni di carattere penale». La Stampa racconta oggi che l’articolato era stato discusso in via XX Settembre in una riunione tecnica coordinata dal sottosegretario al Mef Maurizio Leo. E fa notare che la coincidenza tra l’azione di Mattarella sul tetto al contante e la retromarcia di Giorgetti non è casuale. E così la “Pace Fiscale” del governo Meloni avrà soltanto la rottamazione delle cartelle e la voluntary disclosure in preparazione per bissare le norme dei governi Renzi e Berlusconi. La manovra sarà varata lunedì pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Poi in Parlamento comincerà una corsa contro il tempo. Alla fine della prossima settimana il testo dovrebbe arrivare in commissione Bilancio alla Camera. Al momento l’approdo in Aula è previsto non prima del 20 dicembre. Inevitabilmente, il passaggio in Senato sarà solo tecnico, per chiudere prima di Natale o subito dopo.
Le tasse su tabacchi e giochi online
Altre risorse sono attese dalla stretta sul Reddito di cittadinanza (tre anni in tutto, con l’assegno intero assicurato solo per 18 mesi, l’ipotesi). Ed è allo studio anche un aumento delle imposte su tabacco e gioco online. Come ha spiegato qualche giorno fa il sottosegretario leghista al Welfare Claudio Durigon, il nuovo meccanismo del sussidio avrà limiti temporali e un décalage. Secondo il nuovo schema dopo 18 mesi senza lavoro il percettore vedrà la sospensione del sussidio. Sarà inserito in un percorso di politiche attive che prevede corsi di formazione adatti alla sua storia professionale e alle richieste delle aziende. Il percorso sarebbe retribuito con i soldi del Fondo Sociale Europeo. Dopo 6 mesi potrà chiedere di nuovo il Rdc ma subirà un taglio del 25% dell’assegno con una durata a 12 mesi. Poi arriverà un’altra sospensione di 6 mesi. Alla nuova richiesta si vedrà un’altra decurtazione del 25%. Ci sarà anche la decadenza dopo il rifiuto di una sola offerta congrua di lavoro. La stretta colpirà un percettore attuale su tre. Ovvero i 660 mila che attualmente sono tenuti a sottoscrivere il patto e i 173 mila che oggi già lavorano ma con retribuzioni così basse da poter ottenere il sussidio.
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