Sulmona, la commissione sbaglia a calcolare il voto di maturità: la diplomata va al Tar che le “restituisce” il 100
Una neo diplomata abruzzese ha fatto ricorso al Tar contro il Ministero dell’Istruzione e l’ha vinto. Il motivo? La commissione d’esame della maturità ha sbagliato a calcolare il voto dell’orale. Sommando i parziali delle varie materie, due punti sono rimasti indietro, probabilmente per una svista. Il voto finale, così, è diventato 98/100 anziché 100/100. Una differenza sufficiente a portare il caso in tribunale e a vincerlo. La protagonista della vicenda è una 18enne di Sulmona, Flavia Autiero Celidonio che si è battuta per farsi riconoscere il voto difesa dal padre, Giovanni. I giudici amministrativi del tribunale regionale abruzzese hanno rivisto le schede e ricalcolati i voti, disponendo la rettifica del voto finale e annullando il vecchio per «eccesso di potere». Il ministero ora, dovrà farsi carico delle spese processuali e di avvocatura, che il padre della ragazza stima in 1.500 euro di compenso a carico dello Stato.
Il padre avvocato: «Regalerò alla scuola un pallottoliere»
L’avvocato Celidonio ha scherzato sulla vicenda, dichiarando che regalerà alla scuola un pallottoliere, così impareranno a fare i conti. La ragazza si aspettava anche la lode, che chiaramente non può essere conferita se non si raggiunge il massimo dei voti. «Un’estate rovinata per mia figlia e la mia famiglia», ha dichiarato il padre. Oltre al prestigio, Flavia ha dovuto sobbarcarsi anche delle tasse universitarie più onerose ora che studia medicina, poiché non ha potuto accedere alla riduzione prevista per chi si diploma con 100. Il padre, inoltre, si dice già pronto a iniziare un causa risarcitoria: «Chiederò un risarcimento di 200 mila euro – spiega – perché stavolta l’errore è stato scoperto e ammesso, ma chissà quanti altri se ne fanno. E un voto sbagliato a volte può cambiare una carriera»
La sentenza
La vicenda ha avuto inizio quest’estate, quando Celidonio si è diplomata dal liceo scientifico quadriennale con opzione scienze applicate Enrico Fermi di Sulmona. Nella sentenza si legge:
La scheda di valutazione de colloquio sostenuto dalla ricorrente riporta il punteggio assegnato per ciascuno dei cinque descrittori e dei corrispondenti indicatori della valutazione, rispettivamente 7, 6, 6, 3 e 3. La cui somma è pari a 25 e non a 23». Continua il testo scritto dai giudici: «Il dato è oggettivo» e «l’errore sul calcolo del voto del colloquio ha determinato, per derivazione, l’errata attribuzione del punteggio finale.
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