Usa, smacco per Trump dalla Corte Suprema: «Deve consegnare le dichiarazioni dei redditi al Congresso»
Le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump devono essere consegnati al Congresso, per l’esattezza alla Comissione della Camera che le chiede da anni. Lo ha deciso la Corte Suprema, negando così la richiesta dell’ex presidente di bloccare i suoi documenti fiscali e quelli delle sue società. A rivelarlo è il Washington Post, specificando – inoltre – che la decisione darebbe il via al Dipartimento del Tesoro di consegnare il prima possibile sei anni di documenti fiscali di Trump e di alcune delle sue società all’House Ways and Means Committee, ovvero la principale commissione fiscale della Camera dei Rappresentanti. Come riporta il quotidiano statunitense, i legislatori hanno affermato di aver bisogno dei documenti reddituali di Trump dal suo periodo in carica come presidente degli Stati Uniti al fine di fare dei controlli fiscali. Nonostante non sia una novità per Trump trovarsi ai ferri corti con il fisco, l’ex presidente ha accusato i democratici della Commissione di aver lanciato una caccia alle streghe per ostacolarlo. Caccia alla streghe, però, che avrà vita breve. Con le elezioni di Midterm, infatti, i repubblicani hanno preso il controllo della Camera, e la richiesta di documenti fiscali scadrà quasi sicuramente a gennaio. Ragione in più per gli avvocati di Trump, citati dal Wp, per accogliere la richiesta fatta da Trump di bloccare il rilascio dei documenti. «Il Congresso ha solo pochi giorni nel suo calendario legislativo», ha detto l’avvocato. «Sebbene pochi giorni siano sufficienti per esporre in modo improprio i documenti più sensibili del suo principale rivale politico, non è abbastanza tempo per studiare, redigere, discutere sulla legislazione». Uno schiaffo, dunque, per Trump, a meno di una settimana dopo la sua decisione di ricandidarsi per la terza volta alle elezioni presidenziali del 2024.
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