Milano, Dhl assume 1.500 lavoratori dopo l’inchiesta della Guardia di finanza sui contratti illeciti
Quasi 1.500 lavoratori sono stati assunti dal colosso delle spedizioni Dhl, a seguito di un’indagine di giugno 2021 della Guardia di finanza, su delega della Procura della Repubblica di Milano, che accusava l’azienda di contratti illeciti. A finire nel mirino era stato Dhl Supply Chain Italy accusata di «neutralizzare il proprio cuneo fiscale mediante l’esternalizzazione della manodopera attraverso contratti di somministrazione illecita di manodopera fatti passare come contratti di appalto», con perdita di Iva per l’Erario e «nessuna tutela per i lavoratori costretti a passare da una coop all’altra, pena la perdita del posto». A fronte di questo, erano stati sequestrati 20 milioni di euro all’azienda, la quale – stando alle accuse – si era avvalsa di un consorzio a cui facevano capo 23 cooperative di intermediazione di manodopera. Così l’azienda ha deciso di reinternalizzare i dipendenti che gestiscono i magazzini tramite fornitori e si tratta appunto di circa 1.500 persone. Un’operazione che è costata all’impresa ben dieci milioni di euro. Per i pm, questa scelta determina «una netta cesura e dà un forte segnale anche verso l’esterno di voler proseguire l’attività nella piena legalità». In virtù di questo, riferisce il Corriere della Sera, la Procura ha chiesto per la prima volta l’archiviazione dell’illecito amministrativo di una società spiegando che, altrimenti, questa sanzione «si porrebbe in contrasto con la giurisprudenza in materia di “ne bis in idem”(dal latino, non due volte per la medesima cosa)», ovvero sul dialogo in merito alla contemporanea punibilità di una condotta sia con sanzioni penali che con altre formalmente amministrative ma sostanzialmente penali.
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