L’Onu apre un’inchiesta sulla repressione delle proteste in Iran: la Cina vota contro
Cresce la pressione della comunità internazionale sull’Iran, a oltre due mesi dall’inizio delle proteste popolari per l’uccisione di Mahsa Amini e a pochi giorni dal gesto plateale della nazionale di Teheran in mondovisione a Qatar 2022. Il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha votato infatti una risoluzione che condanna il regime di Teheran per la sanguinosa repressione delle proteste, e che istituisce una commissione d’indagine indipendente sui possibili abusi commessi dalle forze dell’ordine del regime, a cominicare dalle Guardie Rivoluzionarie, in particolare su donne e bambini. La risoluzione proposta dalla Germania e dall’Islanda è stata votata in una sessione straordinaria a Ginevra da 25 Paesi rappresentati in seno al Consiglio. Altri 16 Paesi si sono astenuti, mentre 6 hanno votato contro la sua adozione: si tratta della Cina, del Pakistan, di Cuba, dell’Armenia dell’Eritrea e del Venezuela. Il governo di Teheran ha condannato a stretto giro il documento approvato come una «iniziativa tedesca mossa per ragioni politiche per distorcere la situazione dei diritti umani in Iran», bollando come «arroganti» gli Stati che le hanno dato il loro sostegno. Tra essi figurano anche gli Usa e il Regno Unito.
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