La vendetta russa dopo il ritiro: «Bombardata Cherson». E a Kiev una casa su sette è al buio
Il paventato «effetto-trappola» del ritiro delle truppe russe da Cherson, la città occupata dalle forze di Mosca lo scorso marzo e abbandonata questo mese, potrebbe aver cominciato a prendere forma. L’esercito russo avrebbe sferrato oggi un potente attacco su Tavriyskyi, uno dei quartieri più densamente popolati, nella zona nord della città. «I russi stanno intensificando i bombardamenti sui quartieri residenziali di Cherson. Dopo i missili di ieri, oggi hanno attaccato 13 volte, colpendo Tavriyskyi», ha reso noto il consigliere regionale Sergii Khlan. Il numero delle vittime causato dall’attacco è in corso di accertamento. Resta pressante la tenaglia russa anche su Kiev, dopo gli intensi bombardamenti alle infrastrutture elettriche e idriche. A partire dalle 17 – ha fatto sapere l’amministrazione cittadina – il 70% delle abitazioni della capitale è senza corrente elettrica. Funzionano a singhiozzo anche gli impianti di riscaldamento e quelli idraulici.
Allerta nucleare
Su tutto il Paese continua poi ad aleggiare lo spettro di una catastrofe più ampia. «C’è un reale pericolo di un disastro nucleare e radioattivo a seguito dei bombardamenti e c’è un enorme rischio di danni alle centrali nucleari», ha detto oggi Petro Kotin, presidente dell’operatore ucraino Energoatom. Ieri il governo di Kiev, su indicazione dell’agenzia per l’energia nucleare, ha attivato la protezione di emergenza delle tre centrali nucleari del Paese. Tutte le strutture, assicura Kotin, sono dotate di sistemi di sicurezza affidabili. Le sfide che si trovano ad affrontare però sono inedite: per la prima volta nei 40 anni di storia dell’industria nucleare ucraina, infatti, tutte le centrali nucleari sono state chiuse. Secondo i calcoli dello stato maggiore delle forze armate ucraine, il raid aereo lanciato ieri dall’esercito del Cremlino ha visto la caduta complessiva di 78 missili. «Le forze di difesa ucraina – si legge nel report dell’esercito di Kiev – hanno abbattuto 51 missili e cinque droni». Tra le città più colpite dall’attacco missilistico russo c’è proprio la capitale ucraina, dove – secondo il sindaco Vitaliy Klitschko – il 70% degli abitanti è ancora senza elettricità. Eppure, il ministero della Difesa russo nega di aver bombardato Kiev, sostenendo invece che le esplosioni siano state «causate dalla caduta di missili ucraini».
Il negoziato resta lontano
Dopo il massiccio raid aereo condotto ieri dalle truppe russe, il Cremlino ha dichiarato che la possibilità di porre fine alla guerra è nelle mani di Kiev. «La leadership ucraina ha tutte le possibilità di portare la situazione alla normalità. Ha ogni possibilità di risolvere la situazione, per soddisfare i requisiti della Russia e, di conseguenza, porre fine a tutte le possibili sofferenze della popolazione civile», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Il governo di Mosca ha negato che le truppe russe abbiano colpito «infrastrutture sociali» nei loro bombardamenti, mentre le autorità ucraine sostengono che siano almeno sette i civili uccisi nei raid di ieri, che hanno lasciato diverse aree del Paese senza elettricità, acqua e riscaldamento. Secondo quanto riportato dall’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, il ripristino delle forniture di energia elettrica sta avvenendo proprio in queste ore.
«Preparatevi ad altri attacchi»
In attesa di ripristinare, laddove possibile, la rete elettrica e le forniture di acqua potabile, diverse città ucraine stanno puntando sui «punti di invincibilità», 3.700 rifugi dotati di riscaldamento, acqua, internet e prima assistenza medica. Queste strutture possono ospitare dalle 40 alle 500 persone, aiutandole a sopravvivere ai blackout ormai quotidiani. Ad annunciare l’attivazione di questi rifugi è l’ufficio di Zelensky, che specifica come nella sola Kiev siano circa 500 i punti aperti. Nel frattempo, il portavoce dell’intelligence della difesa ucraina, Andriy Yusov, ha detto che i raid missilistici russi hanno raggiunto ormai una cadenza quasi settimanale. I cittadini, dunque, dovrebbero prepararsi ad altri attacchi. «Stanno cercando di piegarci, di farci sprofondare nell’oscurità e nel freddo della guerra e di costringerci a negoziare alle condizioni dell’aggressore. Non funzionerà», ha attaccato Yusov.
«Sappiamo che la periodicità è di circa una settimana, il periodo necessario per prepararsi al prossimo massiccio attacco missilistico. L’Ucraina, a sua volta, si sta preparando per un funzionamento più efficace dei sistemi di difesa aerea e missilistica», ha aggiunto Yusov. Secondo l’intelligence di Kiev sono le grandi città gli obiettivi prediletti dell’esercito russo. «Ci rendiamo conto che le scorte di armi ad alta precisione in Russia sono in gran parte esaurite. Ma ci sono molti missili che non sono altamente precisi», precisa Yusov. «In molti casi un missile manca l’obiettivo di un chilometro e non colpisce solo le infrastrutture energetiche, ma anche obiettivi civili, grattacieli residenziali, case di maternità, ospedali».
Foto di copertina: EPA / ROMAN PILIPEY | Evacuazione di civili da Cherson – 23 novembre 2022
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