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L’Ucraina ora conferma: «Abbiamo ucciso i consiglieri militari iraniani che guidavano i droni per conto di Mosca»

24 Novembre 2022 - 20:41 Redazione
L'avvertimento del segretario del consiglio di sicurezza e difesa di Kiev: «Chiunque collabori con i terroristi verrà eliminato»

Sono stati uccisi i consiglieri militari iraniani che avrebbero aiutato la Russia a comandare i droni usati per attaccare nelle scorse settimane l’Ucraina. A renderlo noto è il segretario del consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, che ha confermato le voci che erano state riportate dalla stampa israeliana a ottobre sull’uccisione degli iraniani in Crimea. Danilov sostiene che gli iraniani si trovavano nella penisola occupata per assistere i militari russi nell’uso dei droni armati Shahed-136 forniti da Teheran. Secondo le fonti israeliane, erano 10 i soldati iraniani uccisi, mentre Danilov non ne ha specificato il numero. L’ufficiale di Kiev – ripreso dal Guardian – ha lanciato un avvertimento agli iraniani facendo sapere che qualsiasi loro presenza militare in Ucraina verrà presa di mira. «Non si dovrebbe essere dove non si dovrebbe essere», ha sentenziato. «Erano sul nostro territorio. Non li abbiamo invitati qui e se collaborano con i terroristi e partecipano alla distruzione della nostra nazione dobbiamo ucciderli», ha aggiunto.

I droni per lasciare l’Ucraina al buio

I droni sono stati utilizzati negli attacchi aerei russi fin dal mese di ottobre per colpire l’infrastruttura energetica dell’Ucraina. Molte zone sono rimaste senza elettricità, tra cui buona parte della capitale Kiev, mentre il freddo dell’inverno si fa largo mettendo a repentaglio le vite di migliaia di civili nel Paese. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito i recenti attacchi russi «un crimine contro l’umanità» parlando al consiglio di sicurezza dell’Onu di ieri, mercoledì 23 novembre. Teheran aveva inizialmente negato di aver fornito droni alla Russia, salvo poi cambiare versione e dichiarare di averne fornito solamente un piccolo numero, mesi prima che Vladimir Putin desse il via all’invasione dell’Ucraina lo scorso febbraio.

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