Vertice di Yerevan, smacco dell’Armenia a Putin: non firma la dichiarazione congiunta. Lukashenko: «Se l’Ucraina non si arrende, sarà distruzione totale»
A Yerevan doveva celebrarsi la solidità dell’alleanza militare della Russia con i suoi cinque partner dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Otsc), l’Armenia, la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan. E invece proprio dal paese ospitante è arrivato lo sgarbo più grande a Putin. Il premier armeno Nikol Pashinyan si è rifiutato di firmare la dichiarazione congiunta al termine del vertice dell’organizzazione. È «deprimente», ha detto il primo ministro, che gli alleati del Otsc «non siano stati in grado di contenere l’aggressione azera». A settembre, dopo alcuni scontri al confine, l’Armenia aveva accusato l’Azerbaijan di aver occupato una porzione del suo territorio, e aveva chiesto l’intervento militare di Mosca. La Russia è intervenuta diplomaticamente, ma Pashinyan non considera sufficiente lo sforzo e durante l’incontro con Putin e gli altri leader del Otsc ha manifestato pubblicamente il suo disappunto. A margine dell’incontro invece, Lukashenko, il presidente della Bielorussia, è intervenuto duramente contro l’Ucraina: «Se non vogliono la morte di un numero enorme di persone, devono fermarsi, altrimenti si andrà avanti e ci sarà una completa distruzione dell’Ucraina». A Yerevan l’accoglienza per Putin e gli altri politici è stata piuttosto fredda. Anzi, come riporta il Moscow Times, in piazza sarebbero scese alcune centinaia di persone per chiedere la fine della guerra della Russia in Ucraina.
November 24, 2022
November 24, 2022
Foto di copertina: EPA/VLADIMIR SMIRNOV | Incontro dei leader del Otsc a Yerevan, 23 novembre 2022
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