Regionali, Conte detta le condizioni al Pd in Lombardia: «Prima i programmi, poi i nomi. Majorino? M5s non è succursale di nessuno»
Incursione di Giuseppe Conte nella conferenza stampa dei consiglieri lombardi del Movimento 5 stelle. Il presidente del partito, intervenendo in videocollegamento, ha subito chiarito la sua posizione su una possibile alleanza con il Partito democratico per contendere la Regione al Terzo polo e al centrodestra: «Siamo pronti a mettere in campo una proposta seria, solida, a misura dei cittadini lombardi per migliorare la loro qualità di vita. Il M5s è pronto a lavorare e confrontarsi per questa finalità con altre forze politiche e sociali, com’è nel nostro dna, però senza la disponibilità a compromessi al ribasso». Dopo un elogio della Lombardia «motore economico e sociale» dell’Italia intera, Conte ha ribadito: «Non intendiamo negoziare i nostri valori e i nostri principi. Prima vengono i programmi, le priorità politiche e poi ovviamente discuteremo sui candidati che condivideremo insieme potranno essere i migliori interpreti». Se nel Lazio – sia per l’appoggio del Terzo polo al candidato Dem Alessio D’Amato sia per la questione termovalorizzatore a Roma -, sembra ormai irraggiungibile un accordo con il Nazareno, per la Lombardia l’ex presidente del Consiglio si mostra leggermente più possibilista.
L’avvertimento su Majorino
«Se il Pd vuole dimostrare di aver fatto tesoro di errori passati noi ci siamo, se si vuole sedere al tavolo di confronto, noi siamo disponibili, qui come altrove, ma dobbiamo farlo con criterio e metodo». Quando nel corso della discussione viene fatto il nome di Pierfrancesco Majorino, Conte ha chiarito: «Il Movimento non è la succursale di nessuno né vogliamo bollinare scelte prese autonomamente da altri». Salvo poi argomentare: «Majorino è un candidato del Pd, non vogliamo discutere del “Majorino sì, Majorino no”. Io non lo conosco personalmente, me ne hanno parlato molto bene ed è una persona che ha una sensibilità vicina ai nostri temi – quindi – nulla da dire sulla persona, ma il Movimento non accetta di discutere di candidati, decidendo l’interprete prima di aver definito qual è il programma migliore». Il presidente dei 5 stelle, poi, ha criticato esplicitamente la scelta del Terzo polo di candidare Letizia Moratti. «Non possiamo mischiare le squadre e correre dietro la candidatura di Moratti. Non mi piace parlare di singoli candidati, ma non si battono le forza di centrodestra con candidati di centrodestra. Noi abbiamo un’altra prospettiva politica – ha aggiunto Conte -, mostriamo il cartellino rosso a chi non ha gestito bene la sanità».
A proposito di sanità, il leader grillino ha individuato in questo ambito l’argomento principale della campagna elettorale lombarda: «Non si potrà che partire dalla sanità e dalle ferite lasciate aperte dalla pandemia e dalla gestione che ne è conseguita. I consiglieri regionali hanno portato avanti una battaglia per dire che la sanità non è un business, ma neppure un’occasione di profitto. Il M5s ha alzato la voce più volte per dire che la santità non è una tavola imbandita per l’interesse di pochi con potentati economici, per cercare qualche poltrona o per il malaffare. La sanità deve essere un diritto per tutti i cittadini e abbiamo bisogno di investimenti nella sanità pubblica in un momento in cui ci è stata preannunciata una manovra che di fatto non farebbe tesoro di quello che abbiamo scoperto durante la pandemia, ovvero di essere molto vulnerabili nella risposta alle emergenze».
Le reazioni di Pd e Sinistra italiana
Le parole di Conte, in un primo momento, sono state accolte con freddezza dal Pd. Attraverso generiche fonti del Nazareno, all’Adnkronos, i Dem si sono detti «sicuri che Majorino sia un candidato competitivo, con un profilo ben preciso e in grado di vincere». Poco dopo, è intervenuto anche Vinicio Peluffo, segretario regionale del Pd in Lombardia: «A parlare di contenuti siamo disponibili. Ma subito perché probabilmente si voterà il 12 e 13 febbraio. Come Pd siamo convinti che si possa battere la destra di Attilio Fontana – ha aggiunto – e se matura un diverso atteggiamento delle altre forze politiche, da un lato con la decisione di tornare indietro dalla candidatura di Letizia Moratti e dall’altro non rimanendo alla finestra, come hanno fatto finora i 5 stelle, è un passo in avanti». Più entusiasta la reazione di Nicola Fratoianni, che ha definito l’apertura di Conte a una candidatura unitaria «un’ottima notizia. Spero che si colga questa occasione – ha detto il deputato e leader di Sinistra italiana -, Majorino è un ottimo candidato, ci sono margini per trovare convergenze di carattere programmatico».
I cinque punti del M5s per le regionali lombarde
I punti attorno ai quali ruota il programma del M5s per le elezioni del prossimo febbraio sono stati presentati durante la conferenza stampa di questa sera, 25 novembre. Sono cinque: sanità, ambiente, infrastrutture, lavoro e agricoltura. Sulla base delle proposte in questi ambiti, verranno valutate potenziali alleanze. I grillini, per la sanità, si sono fissati l’obiettivo di ridurre del 50% le liste di attesa per prestazioni sanitarie, dimezzando i fondi destinati al privato per finanziare la sanità pubblica territoriale. Insieme, chiedono lo stop alle nomine politiche e la trasformazione della metà delle Rsa presenti in strutture pubbliche. Lato infrastrutture, fa notizia la richiesta del blocco nella costruzione di «nuove infrastrutture stradali non sostenibili finanziariamente, come la Pedemontana». Sul fronte ambientale, i 5 stelle puntano alla stabilizzazione dei contributi per le comunità energetiche, al decommissioning degli impianti di incenerimento «più obsoleti» e all’applicazione «concreta» dell’economica circolare, «verso l’obiettivo rifiuti zero».
Per il lavoro, il programma pentastellato invoca sostegni per la transizione digitale ed energetica delle Pmi, il potenziamento dei centri per l’impiego e premi per le società che investono in sicurezza. Infine, sull’agricoltura, i 5 stelle vogliono che il pubblico accompagni gli allevatori «verso un modello razionale», incentivi per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, più sforzi sul tema della crisi idrica e un sistema che promuova i prodotti agricoli locali «di eccellenza». Mario Violi, coordinatore regionale del M5s, al termine della conferenza ha dichiarato che «se c’è la volontà di condividere il percorso su cose per noi assolutamente ragionevoli, non credo che si parlerà di tempi particolarmente lunghi. Se non ci sarà l’accordo pace, noi ci siamo sempre presentati da soli e non ci spaventa la cosa». L’eventuale intesa si siglerebbe entro Natale? «Spero sinceramente prima. Non sono in grado di ipotizzare i tempi – ha concluso – però è nell’interesse di tutti capire se esiste questa possibilità e, se esiste, fare le cose bene senza prendersi tutto il tempo del mondo».
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