Si, Fratoianni sul caso Soumahoro: «Le spiegazioni? Convinto fino a un certo punto. Sulle dimissioni deciderà lui»
Il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dice che le spiegazioni di Aboubakar Soumahoro sul caso coop lo hanno convinto «fino a un certo punto». Ma non si pente di averlo candidato perché nessuno gli aveva parlato di ipotesi di reato. Fratoianni parla oggi in un’intervista a Repubblica, nella quale dice che ci sono «ancora delle zone d’ombra da chiarire ed è quello che noi gli abbiamo chiesto» sulle coop Karibu e Consorzio Aid, che hanno visto come amministratrici e socie la compagna Liliane Murekatete e la suocera Marie Thérèse Mukamitsindo. «Mi pare evidente che si sia prodotto un cortocircuito fra il suo ruolo e il ritrovarsi dentro una relazione stretta familiare, che però era difficile non vedere. A noi ha ribadito la sua totale estraneità», dice il segretario di Si nel colloquio con Giovanna Vitale. Poi racconta delle segnalazioni ricevute: «A ridosso della campagna elettorale mi fu raccontato dalla senatrice Fattori di una sua ispezione in una coop di Latina in cui erano state riscontrate situazioni non positive. Mi disse che circolavano strane voci e io le chiesi se ci fossero elementi di certezza, che non arrivarono. Perciò decidemmo di procedere con la candidatura, avanzata da Europa verde, che poi valutammo insieme di sostenere. Quelle voci non facevano alcun riferimento né a stipendi non pagati, né ad appropriazione di fondi o a sfruttamento del lavoro». «Attenevano invece alle condizioni di un centro di accoglienza, in cui comunque Abou non era coinvolto», prosegue. «Nessuno mi ha mai parlato di sfruttamento o lavoro nero. La sua era una candidatura che aveva la forza di consolidare alcune tematiche che per noi sono centrali». Fratoianni non si pente della candidatura: «No, quei temi sono essenziali per una forza come la nostra». E riguardo il possibile addio al Parlamento di Soumahoro, per Fratoianni «autosospendersi è stato giusto. Le dimissioni dipendono da lui».
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