Iran, il rapper Toomaj Salehi è accusato di «corruzione sulla Terra»: rischia la pena di morte
Tra i moltissimi arrestati in Iran per il sostegno alle proteste anti-sistema scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, c’è anche il rapper Toomaj Salehi. Il fermo, avvenuto lo scorso ottobre, è stato giustificato da ragioni che esulano dalle manifestazioni per la giovane uccisa sotto la custodia della polizia per abbigliamento improprio. Le accuse che pendono nei suoi confronti riguardano la «corruzione sulla Terra», ovvero la violazione delle leggi della Sharia, in Iran punita con la pena di morte. Lo ha comunicato il capo del dipartimento di giustizia dello Stato di Isfahan, Jafari. Il rapper si troverebbe nei guai, spiega, per la sua «cooperazione con Stati ostili contro la Repubblica islamica», «propaganda contro il sistema», «formazione di gruppi illegali per minare la sicurezza», «diffusione di menzogne per minare l’opinione pubblica attraverso i social network» e «incoraggiamento verso altre persone a mettere in atto azioni violente». Nei suoi testi, infatti, ridicolizzava le politiche della Repubblica islamica, i suoi sostenitori all’estero e quanti, a suo giudizio, ignorano l’oppressione del popolo iraniano. Denunciava inoltre la corruzione all’interno del regime. Jafari, tuttavia, ha puntualizzato che «non si è ancora tenuta alcuna udienza in tribunale per lui». Lo scorso 20 novembre, la procura iraniana ha convocato vip e celebrità ritenuti colpevoli di aver espresso sui loro profili social messaggi di vicinanza a tutti gli iraniani in protesta. Tra i nomi convocati quelli delle attrici Elnaz Shakerdoust, Mitra Hajjar, Baran Kowsari, Sima Tirandaz e Hengameh Ghaziani, i due ex parlamentari riformatori Parvaneh Salahshouri e Mahmoud Sadeghi e l’ex allenatore della squadra di calcio del Persepolis Yahya Golmohammadi.
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