Ischia, Conte difende la legge del suo Governo per le case abusive: «Non fu un condono. Non derogava ai vincoli idrogeologici»
Giuseppe Conte fa chiarezza sul condono post sisma su Ischia inserito – sotto il suo governo nel 2018 -nell’articolo 25 del decreto Genova, in seguito al disastro del Ponte Morandi, che sta facendo discutere in queste ore. «Non era affatto un condono», spiega a Mezz’ora In Più dicendo che quell’anno il governo si trovò di fronte a una situazione completamente bloccata: «A Ischia ci sono richieste di condono per circa 27 mila abitazioni su 60mila, ovvero quasi la metà». E a questi si aggiungono le richieste per i danni del terremoto a 100mila abitazioni. Il deputato Angelo Bonelli ieri, 26 novembre, ha criticato quel condono dicendo che ha consentito la regolarizzazione di pratiche che erano pendenti da quasi 40 anni, anche per le abitazioni costruite abusivamente in aree ad alto rischio idrogeologico. All’epoca il ministro dell’Ambiente era Sergio Costa, il quale riferisce che non era d’accordo con la misura e indica, invece, in Luigi di Maio l’artefice principale di quella legge. Già ai tempi, nacquero diverse opposizioni alla misura sia in campo politico dal centrosinistra che dalle associazioni ambientaliste, Legambiente in testa.
Perché venne fatto il condono e i dubbi sulle deroghe ai vincoli idrogeologici
L’esponente dei Verdi aveva poi specificato che «solo per Ischia si è voluto un condono per edifici abusivi costruiti in aree a rischio idrogeologico e sismico, con la beffa che sono i soldi pubblici a pagare la ricostruzione». Ma Conte chiarisce che quell’articolo 25 nacque per mettere velocità alle pratiche impantanate. «Avevamo definito la proceduta in modo tale che si potesse chiudere più velocemente». Ma precisa che questo non dava «nessuna deroga ai vincoli idrogeologici». E aggiunge: «Era una procedura di semplificazione, per dare una risposta». Inoltre, il presidente del Movimento 5 Stelle parla anche di «Proteggi Italia», un piano per mettere in sicurezza edifici pubblici e privati italiani. «Per quel piano abbiamo stanziato 11,5 miliardi e abbiamo reso soggetti attuatori i presidenti delle Regioni. Di quei soldi – denuncia Conte – è stata spesa una piccolissima parte ed è un problema che ci trasciniamo da tempo». Nei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che contano circa 13mila abitanti, le richieste di condono furono oltre seimila.
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