Casamicciola, la denuncia dell’ex sindaco: «Quattro giorni prima avvertii le autorità del grave pericolo: nessuna risposta»
A due giorni dall’alluvione che ha colpito l’isola di Ischia, provocando una frana che ha causato sin qui almeno otto vittime e danni ingenti, l’ex sindaco di Casamicciola punta il dito contro le mancate azioni di prevenzione, con una denuncia precisa. «Solo pochi giorni prima del disastro avevo segnalato alle autorità competenti i gravi rischi per la popolazione di Casamicciola dovuti al dissesto idrogeologico», fa notare l’ex primo cittadino Giuseppe Conte (soltanto un omonimo del leader M5S). «Il 22 novembre avevo scritto al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco di Napoli Manfredi e alla Protezione Civile Campania, segnalando il pericolo in cosiderazione dell’allerta meteo arancione, e chiedendo l’evacuazione della zona a rischio. Nessuno mi ha risposto», attacca Conte. Le e-mail via Pec inviate dall’ex sindaco alle autorità competenti sono state pubblicate sull’edizione di oggi del Giornale e delle pagine locali di Napoli de La Repubblica. Nel documento, visti gli alvei ostruiti della zona del vallone della Rita, Conte chiedeva lo stato di grave crisi per la calamità naturale imminente, oltre che lo sgombero delle case a rischio. L’ex sindaco ha ricostruito questa mattina la vicenda anche in diretta su Rai3 ospite della trasmissione Agorà.
November 28, 2022
Nessun piano contro il dissesto
Conte, alla guida di Casamicciola nei primi anni ’90 e oggi funzionario della Regione Campania, ha precisato di aver allertato più volte le autorità anche in passato in occasioni di previsioni meteo avverse, e di essere rimasto sempre inascoltato. «Dopo l’alluvione del 2009 non c’è stato alcun intervento, o almeno nessuno significativo – ricostruisce – nonostante i fondi stanziati per la sicurezza negli ultimi anni: 180mila euro per la pulizia degli alberi, 3 milioni e 100 per un intervento a monte dell’abitato Casamicciola (nel 2010-2012) e un lavoro messo a disposizione dalla città metropolitana per mettere in sicurezza del bacino dell’alveo Larita nel 2018. E ancora manca inoltre da anni l’annunciato piano per il dissesto idrogeologico della zona». Un mese prima del disastro, Conte segnalava in una comunicazione ad hoc proprio l’assenza di tale piano e «i mancati interventi di mitigazione per il pericolo di ostruzioni degli imbocchi dei tratti tombati mediante opere trasversali di trattenuta del materiale di trasporto solido sugli alvei Senigallia, Negroponte, Fasaniello, Pozzillo, La Rita, Cava del Monaco». «Interventi – spiega oggi all’edizione napoletana di Repubblica – già finanziati nel 2010, dopo la morte della piccola Anna De Felice, con un totale di quasi 5 milioni di euro. Ma mai realizzati».
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