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Giuseppe Conte nega il condono per Ischia e attacca: «Sciacallaggio. Con la mia legge accolte solo 6 pratiche su 1.400»

28 Novembre 2022 - 21:35 Redazione
Il leader dei 5 Stelle si difende: «Se un immobile era abusivo prima lo è rimasto anche dopo»

Giuseppe Conte torna a fare chiarezza sul condono inserito nel decreto Genova che da ieri a questa parte sta accedendo il dibattito in materia di abusivismo a Ischia, dopo la frana del 26 novembre. «In queste ore di fronte alla tragedia di Ischia che ci lascia tutti sgomenti, e mentre i soccorritori ancora scavano nel fango per cercare i dispersi, alcuni politici gettano del fango su di me: è la sempiterna categoria degli sciacalli», inizia così il suo videomessaggio in cui difende l’articolo 25 del decreto Genova, approvato sotto il suo governo nel 2018. «Vengo accusato di aver introdotto un condono per Ischia e si vuole collegare la tragedia di queste ore ad una mia presunta responsabilità per aver sanato edifici abusivi. Niente di più falso», prosegue. Nelle scorse ore ad attaccare la norma in questione e puntare il dito contro l’attuale leader del Movimento 5 Stelle è stato l’ex grillino Gregorio De Falco, espulso dal partito proprio nel 2018 per il suo dissenso per i voti di fiducia sul decreto Sicurezza, sul decreto Genova e sulla legge di Bilancio. «Il disastro di Ischia grava sulle spalle di tanti soggetti e il governo Conte uno è sicuramente corresponsabile», ha dichiarato De Falco. «Il cosiddetto decreto emergenze del 2018 non contiene nessun condono, né ha riaperto i termini per essere riammessi ai vecchi condoni», spiega Conte aggiungendo che gli unici condoni realizzati sono quelli imputabili al governo Craxi dell’85 e dei governi Berlusconi del 1994 e del 2003.

«Se un immobile era abusivo prima lo è rimasto anche dopo»

Come già anticipato in un’intervista ieri, Conte ribadisce che la norma del 2018 serviva perché la situazione a Ischia era impantanata. «Bisognava capire a chi darlo il condono e questa norma ha stabilito che occorreva dare una risposta entro 6 mesi. E sapete quante pratiche sono state accolte con questa norma? Solo 6 su un totale di oltre 1.400 abitazioni danneggiate o distrutte», spiega il leader pentastellato. «Questo conferma il fatto che se un immobile era abusivo prima lo è rimasto anche dopo». E aggiunge: «Chiariamo che la norma del mio governo non ha riguardato le 27 mila pratiche ma solo quelle comprese nel cratere del terremoto e danneggiate dal sisma. È anche falso – ha concluso – affermare che questa norma abbia aggirato i vincoli a tutela dell’ambiente e del territorio: al contrario ribadisce la necessità che l’immobile rispetti i vincoli paesaggistici e ambientali. Il vincolo idrogeologico, in particolare, era stato introdotto con un decreto nel 1923 e mai rimosso».

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