Pensioni, cambia di nuovo «Opzione donna»: solo per caregiver e invalide
Opzione donna cambia ancora. E lo fa nel giorno dell’approdo della legge di bilancio alla Camera. La misura è prorogata fino al 2023 con il mantenimento dell’anzianità contributiva di almeno 35 anni (al 31 dicembre 2023) ma il requisito anagrafico viene alzato a 60 anni ed è legato al numero di figli: può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino al massimo di due. Ciò significa che le lavoratrici con un figlio usciranno a 59, chi ne ha due uscirà a 58 anni. È questa la norma inserita nell’ultima bozza della Manovra – suddivisa in 16 capitoli e 156 articoli – attesa in Parlamento e che limita il riconoscimento dell’uscita anticipata a tre categorie: essere caregiver, ovvero chi assiste un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap, chi ha una invalidità uguale o superiore al 74%, chi è stata licenziata o lavora per un’impresa per la quale è attivo un tavolo di crisi. Per queste ultime categorie, la riduzione a 58 anni è a prescindere dei figli. Come riporta la Repubblica, la duplice stretta farà scattare una riduzione della platea a cui la misura è rivolta. In una tabella della relazione tecnica – scrive il quotidiano – si stimano gli effetti sulla maggior spesa pubblica per le uscite delle lavoratrici: In un arco dal 2023 al 2029 ovvero 7 anni, si sommano 21mila e 100 uscite, ovvero 3mila all’anno.
Leggi anche:
- Dalla nuova versione di Opzione donna all’Imu sulle case occupate: tutte le novità nella manovra
- Opzione Donna, il dietrofront del governo Meloni sui figli. Ma Roccella: «Così si riconosce il valore della maternità»
- Pensioni, Opzione Donna favorisce le madri: «Ma così la norma è incostituzionale»
- In pensione a 64 anni con scivolo: cos’è Quota 102 e come funzionano Ape Sociale e Opzione Donna
- Pensioni, quattro strade per la riforma: quota 41 con 61-62 anni di età, Opzione Uomo o penalizzazione