Mosca, sì alla mediazione del Vaticano ma attacca il Papa per le parole sui ceceni: «Perversione della verità»
«Le parole del Papa sulla crudeltà dei buriati e dei ceceni non sono più russofobia, ma una perversione della verità». A dirlo è il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che citata dall’agenzia Tass commenta le dichiarazioni rilasciate da Papa Francesco in un’intervista alla rivista America. Il Pontefice ha definito come «i più crudeli» quelli che sono «della Russia ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i buriati e cosi via». Parole che hanno provocato una dura reazione da parte di Zakharova. «Negli anni ’90 e all’inizio del millennio ci dicevano esattamente il contrario», ha continuato la portavoce durante una tavola rotonda presso il Consiglio della Federazione, «che erano i russi, gli slavi, a torturare i popoli del Caucaso. E adesso ci dicono che i popoli del Caucaso torturano i russi. Questa è perversione della verità, non so nemmeno io a che livello». Una risposta che avviene poche ore dopo dalle dichiarazioni del Cremlino a favore della Santa Sede e della proposta avanzata dal Vaticano di fare da mediatore tra Kiev e Mosca.
«La posizione dell’Ucraina rende impossibile questa mediazione», aveva continuato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Sappiamo che un certo numero di statisti e Paesi stranieri si dichiarano pronti a fornire il loro aiuto e, naturalmente, accogliamo con favore tale volontà politica. Ma nella situazione che abbiamo ora de facto e de jure da parte dell’Ucraina, tali interventi non possono essere richiesti». Papa Francesco in un’intervista a La Stampa di dieci giorni fa, aveva ribadito «di esser pronto a fare tutto il possibile per mediare e porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina». Dopo la dichiarazione del portavoce del Cremlino, la Santa Sede ha ribadito – in queste ore – la sua posizione sulla possibilità di una mediazione nel conflitto. «La posizione della Santa Sede è cercare la pace e cercare una comprensione tra le parti, la diplomazia della Santa Sede si sta muovendo in questa direzione e, ovviamente, è sempre disposta a mediare», ha detto il Pontefice in un’intervista alla rivista americana dei gesuiti America. «Ho anche pensato di fare un viaggio, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto». E poi: «Perché non nomino Putin? Perché non è necessario», ha sottolineato Papa Francesco.
Cremlino: «Non ci ritiriamo da Zaporizhzhia»
Nel frattempo, lo stesso Peskov ha smentito le notizie secondo cui le forze russe stavano progettando di lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina. «Non ci ritiriamo dall’impianto», ha ribadito il portavoce del Cremlino. Alla sua dichiarazione gli fa eco quella dell’amministrazione russa della città occupata di Energodar, che ospita l’impianto più grande d’Europa e che ha sottolineato come la centrale «rimane sotto il controllo russo». L’annuncio segue le dichiarazioni di ieri – domenica, 27 novembre – del presidente della compagnia nucleare ucraina Energoatom, Petro Kotin alla tv nazionale secondo cui ci sarebbero segnali che le forze di Mosca potrebbero prepararsi a lasciare l’impianto occupato. «Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto informazioni che gli occupanti potrebbero presto abbandonare il sito», aveva detto Kotin.
Foto copertna: ANSA/ VATICAN MEDIA
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