L’ira dei sindacati per le frasi di Soumahoro: «Oltre al diritto alla moda dovrebbe esserci il dovere di pagare il salario»
Le tanto attese risposte di Aboubakar Soumahoro in merito alle due cooperative nei mirino della Procura di Latina sembrano aver lasciato perplessi e irritati i sindacati. Dopo che il deputato eletto con la lista Alleanza Verdi-Sinistra ha infatti accettato un confronto televisivo nei salotti di La7 – in merito alla vicenda che ha coinvolto sua moglie Liliane Murekatete e sua suocera Marie Thérèse Mukamitsindo e le cooperative che le vedevano sedere ai posti di comando – oggi è arrivata la risposta indignata della UilTucs Latina, l’organizzazione che ha preso le parti dei due lavoratori che denunciarono di aver ricevuto una richiesta di fatture false per poter essere pagati. A chi aveva contestato il vestiario lussuoso della sua consorte, sottolineando la discrepanza tra le difficoltà economiche lamentate sulle questioni lavorative e l’opulenza ostentata in quelle private, Soumahoro aveva risposto: «Il diritto all’eleganza e alla moda è libertà, la moda non è né bianca né nera». Un concetto sacrosanto. Peccato che, sottolineano i sindacati in un comunicato, «oltre al diritto alla moda dovrebbe esserci anche l’obbligo e il dovere di pagare il salario». «Ad oggi il prezzo più alto lo stanno pagando solo i lavoratori e le lavoratrici», prosegue la nota, che ha interpretato le frasi espresse dal deputato «offese gravi, quando a latere esistono 400mila euro di stipendi non pagati». Il comunicato si conclude con un appello al Prefetto che, a detta loro, «deve convocare i soggetti che hanno attivato i progetti per risolvere il problema sociale creato dai rappresentanti della Coop Karibu e Consorzio Aid».
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