Il New York Times: «Gli aiuti militari Nato all’Ucraina quasi al limite»
La fornitura di sistemi bellici da parte degli Stati Uniti all’Ucraina complica il tentativo del Paese di assistere militarmente Taiwan per aiutarla a difendersi da un eventuale invasione da parte della Cina. A rivelarlo è il Wall Street Journal che sottolinea come l’arretrato in termini di consegne di armi all’isola, che lo scorso dicembre era di oltre 14 miliardi di dollari, sia cresciuto fino ad arrivare a circa 19 miliardi nell’ultimo periodo con l’invasione russa dell’Ucraina. Nell’arretrato – riporta il quotidiano – è incluso un ordine fatto nel dicembre del 2015 per 208 sistemi anticarro Javelin e un altro, sempre nello stesso periodo, per 215 missili terra-aria Stringer. Nessuno dei due ordini, afferma il Wsj che cita fonti del Congresso Usa, è arrivato sull’isola. Le armi fanno parte della cosiddetta strategia del «porcospino» di Washington, pensata per armare Taiwan al fine di far aumentare i costi di Pechino nel caso decidesse di invadere l’isola.
«Un giorno di guerra costa quanto un mese in Afghanistan»
Intanto da un’inchiesta pubblicata sul New York Times è emerso come dopo nove mesi di conflitto in Ucraina, gli aiuti bellici da parte di Stati Uniti e alleati della Nato potrebbero essere arrivati al limite. Per il quotidiano americano entrambi le parti starebbero utilizzando armi e munizioni a un ritmo mai visto dalla Seconda guerra mondiale e il budget per il rifornimento di armi dei Paesi occidentali sarebbe arrivato al limite in Ucraina, dove – afferma il Nyt che cita Camille Grand, esperta di difesa presso il Consiglio europeo per le relazioni estere – «un giorno di guerra – in termini di armamenti bellici – equivale a un mese di quella in Afghanistan». Al momento il problema più grande riguarderebbe la fornitura di proiettili per l’artiglieria. La scorsa estate, ad esempio, nel Donbass, gli ucraini avrebbe sparato da 6.000 a 7.000 colpi di artiglieria al giorno. Sull’altro fronte, i russi – invece – avrebbero utilizzato da 40.000 a 50.000 colpi al giorno.
Tre miliardi dall’Ue
Finora l’Unione Europea ha stanziato più di tre miliardi di euro per compensare gli Stati che hanno aiutato l’Ucraina, finanziamenti che per il 90% sono già stati assegnati. In totale, i paesi della Nato hanno finora fornito circa 40 miliardi di dollari in armi all’Ucraina, all’incirca l’ammontare del budget annuale per la difesa della Francia. Ma i paesi più piccoli – ricorda il giornale – hanno esaurito da tempo il loro potenziale in termi di rifornimenti bellici. Mentre i restanti 10 Paesi, tra cui Francia, Italia Germania e Paesi Bassi, potrebbero «rifornirne di più» il Paese. I funzionari americani, però, insistono sul fatto che l’esercito Usa abbia ancora abbastanza materiale per continuare a rifornire l’Ucraina e difendere gli interessi statunitensi altrove, come ad esempio Taiwan. «Siamo impegnati a fornire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno sul campo di battaglia», ha detto questo mese Sabrina Singh, vice addetta stampa del Pentagono, dopo aver annunciato altri missili Stinger per l’Ucraina.
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