«Mio fratello è morto perché soccorso da uno straniero e al 112 nessuno conosceva l’inglese»
Marco Padovan è morto il 20 novembre 2021 mentre faceva jogging nel Parco del Ticino tra Vigevano e Pavia. Aveva 47 anni e viveva a Belgioioso. Il fratello Francesco dice oggi al Corriere della Sera che «è morto per cause naturali e non ci sono dubbi, ma i soccorsi sono arrivati tardi. Nessuno al telefono capiva l’inglese». A soccorrerlo durante l’aritmia cardiaca che ne ha provocato la morte infatti è stato un pilota di aerei britannico che vive a Londra. Ha trovato Padovan a terra e con il telefonino in mano. Ha chiamato il 112, ma la conversazione con l’operatore è durata tanti minuti. «Ho parlato con questo soccorritore improvvisato – dice Francesco – e mi ha riferito che era impossibile comunicare in modo adeguato, perché chi ha risposto non parlava mezza parola d’inglese. Ha provato a fare qualcosa, a prestare un primo soccorso, ma il battito cardiaco era passato da 160 a zero in pochissimo tempo. Dopo alcuni minuti al telefono finalmente gli hanno passato qualcuno in grado di comprendere la sua lingua. I soccorsi sono arrivati, dopo, con un veicolo adeguato per i sentieri: cosa sarebbe cambiato con maggiore tempestività? Molto probabilmente nulla, ma io me lo chiedo e vorrei capire come andrebbe in futuro se accadesse a qualcun altro. Gli operatori che rispondono al telefono l’inglese devono saperlo, punto e basta». Altri due ciclisti che passavano di lì hanno poi parlato al telefono (in italiano) con gli operatori fino all’arrivo dell’ambulanza e del personale medico. Ma non c’è stato più niente da fare.
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