La rete per «vendere» i morti per Covid-19 all’ospedale di Saronno
Il personale dell’ospedale di Saronno si faceva pagare dalle imprese funebri per segnalare i decessi. Ma chiedeva soldi anche ai parenti dei morti per Covid-19. C’è anche chi ha ricevuto 50 euro per rasare la barba di una salma. E chi si dava malato al lavoro per fornire prestazioni in studi professionali. L’indagine della procura di Busto Arsizio ha portato a due arresti e a otto misure di interdizione. Due di divieto di esercizio della professione medica, quattro di divieto dell’esercizio della professione di impresario funebre, due di sospensione dall’esercizio di mansioni di addetto all’obitorio con divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione.
Le indagini
Le indagini le hanno avviate i carabinieri nel novembre 2020 dopo alcune segnalazioni arrivate alla direzione sanitaria riguardo una somma di denaro data da un’impresa funebre a un dipendente. Si sono svolte con intercettazioni telefoniche e video, riscontri documentali e testimonianze. Dalle inchieste dei carabinieri è emerso che i titolari di alcune imprese di onoranze funebri elargivano denaro ad alcuni dipendenti (uno dei quali arrestato) dell’obitorio, affinché spingessero i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre. Oltre che per mostrare le salme ai congiunti anche quando queste erano di pazienti risultati positivi al Covid in violazione delle norme anti-contagio. Nell’ordinanza del giudice delle indagini preliminari si racconta anche di un operatore che ha ricevuto 50 euro per rasare la barba a un defunto. Lo schema si sarebbe replicato più volte. Altri 50 euro li avrebbe incassati un impresario «per avere vestito la salma di una donna». La stessa cifra sarebbe arrivata da un altro operatore funebre nelle tasche di un dipendente come riconoscimento per «essersi attivato per conoscere l’esito del tampone» sulla salma di un uomo giunto in una body-bag. Stessa somma da un altro impresario sempre in direzione obitorio «per avere mostrato» alla figlia il corpo del padre «prima di chiudere la bara».
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