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Chi spiava i vertici di Cassa Depositi e Prestiti? Trojan e cimici nella sede, rivela Domani

30 Novembre 2022 - 07:17 Redazione
dario scannapieco cdp
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L'a.d. Scannapieco ha chiesto una bonifica: l'esito è stato positivo. I timori sul dossier Rete Unica

L’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Dario Scannapieco ha trovato microspie e trojan nel suo cellulare e negli uffici di via Goito. Lo scrive oggi Emiliano Fittipaldi su Domani, raccontando che la scoperta è arrivata dopo una bonifica ordinata dallo stesso Scannapieco. E l’a.d. ha chiesto ai servizi segreti italiani di capire chi li abbia messi. Nei mesi scorsi i temi trattati durante i consigli di amministrazione sono finiti sui giornali. E addirittura alcuni file audio che contenevano i discorsi nelle riunioni sono stati inviati ad alcuni soggetti istituzionali. Con l’intenzione di danneggiare lui e la società. I legali di CdP hanno inviato un esposto in procura.

I controlli dentro CdP

Domani spiega che i controlli all’interno dell’azienda sono periodici. Ma da quando Scannapieco è a capo dell’azienda si sono intensificati. I cellulari dei top manager vengono “sequestrati” spesso per i controlli. Di norma vengono restituiti dopo poche ore. Se c’è qualcosa che non va, finiscono in esame per una settimana circa. Cdp spiega che «i dossier gestiti sono di rilevanza strategica per ampi settori dell’economia del paese, e su tali dossier, come è normale che sia, vi sono stringenti obblighi di riservatezza. Per tutelare tali obblighi, Cassa valuta tutte le azioni ritenute necessarie». Scannapieco ha perso gli appoggi politici con la caduta del governo Draghi. E quindi, secondo i suoi nemici, gli esposti servirebbero a generare una sindrome da «macchinazioni» che in realtà sarebbero inesistenti. Ma l’a.d. sta attualmente gestendo il dossier della Rete Unica per portare la banda larga in tutto il paese. Una partita da cui dipendono il futuro di Tim e di Open Fiber.

Le critiche a Scannapieco

Proprio per questo Scannapieco è finito nel mirino negli ultimi tempi. Le critiche riguardano soprattutto il memorandum tra Tim e Cdp in scadenza oggi. Un accordo che prevedeva un’offerta da CdP all’ex monopolista per acquistare la rete. Mentre secondo Domani nel governo c’è chi, come il sottosegretario alle telecomunicazioni Alessio Butti, preferirebbe un’Opa su Tim per poi scorporare la rete dai servizi. Proprio ieri Butti e il ministro delle Imprese Adolfo Urso hanno annunciato una soluzione entro il 31 dicembre: «Tenendo conto delle priorità di valorizzare le risorse umane di TIM e dar attuazione ad una efficiente e capillare Rete Nazionale a controllo pubblico, il governo intende promuovere un tavolo di lavoro che entro il 31 dicembre possa contribuire alla definizione delle migliori soluzioni di mercato percorribili per massimizzare gli interessi del paese, delle società coinvolte e dei loro azionisti e stakeholder, tenendo altresì conto delle normative esistenti a livello nazionale ed europeo e dei necessari equilibri economici, finanziari ed occupazionali».

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